È il mio primo messaggio, nonostante mi sia iscritto a questa comunità già da diverso tempo. Come dicevo nella mia presentazione, non ho una preparazione specifica o conoscenze tecniche tali che mi permettano di inserirmi utilmente nelle varie argomentazioni che qui sul forum vengono trattate con un livello di competenza invidiabile anche da un centro di sperimentazioni scientifiche: inutile ribadire che l’apporto multiplo di esperienza pratica che si fonde con le conoscenze teoriche, in un gruppo di appassionati, raggiunge traguardi insuperabili.
Ho preferito leggere in silenzio, piuttosto che inserirmi con indisponenti osservazioni.
Adesso però è proprio necessario intervenire con una richiesta di suggerimento per risolvere una faccenda con una morsa a croce Fervi, altrimenti la mia passione per la meccanica rimane eternamente bloccata ad uno stato embrionale, senza la possibilità di ulteriori sviluppi.
Mi sono reso conto che, se voglio in qualche modo cimentarmi anche nella più semplice e rudimentale realizzazione meccanica, devo principalmente poter disporre di un minimo di attrezzi e strumentazione. Meglio se di qualità accettabile, per evitare scoraggianti insuccessi che irrimediabilmente portano a stroncare sul nascere la voglia di dedicarsi alla meccanica.
Ho detto a me stesso: una delle operazioni più comuni da cui cominciare è indubbiamente la foratura, e se voglio fare una serie di fori perpendicolari ad una superficie, e tra loro allineati, questi fori devono essere “accettabilmente” perpendicolari e “ragionevolmente” allineati.
Insomma, per farla breve, mi sono convinto che nella mia dotazione di hobbista dovesse necessariamente essere presente una morsa a croce, positivamente pubblicizzata e dalle dimensioni generose, che ho visto in vendita a poco meno di 100 Euro. Il modello Fervi Art. 0188/150.
Arriva il giorno in cui il corriere consegna la morsa e, sbavando per l’entusiasmo, apro compulsivamente il pacco per trovarmi tra le mani l’oggetto che descrivo di seguito e di cui, se riesco, allego anche alcune foto.
1) La ganascia fissa sembra in buona squadra con le guide su cui scorre la ganascia mobile: questo è forse l’unico pregio.
2) Soffiature diffuse nel materiale (peraltro anche friabile come biscotto) che costituisce la struttura (Sic! Soffiature proprio sulle guide a coda di rondine!).
3) Manopole di comando della rotazione delle viti storte (avete mai provato ad andare in bicicletta con un pedale piegato? Ecco, lo stesso effetto!)
4) Vite che imprime l’avanzamento trasversale leggermente incurvata e, come se non bastasse, posizionata in diagonale (cioè posizionata non parallelamente alla fresatura degli incastri) con uno scarto di 1,5 millimetri. Questo è già più grave, ma forse risolvibile!
5) Il difetto più grave (di cui non mi sono accorto immediatamente altrimenti l’avrei restituita) è forse nella base d’appoggio inarcata che, nella zona centrale, in prossimità delle asole per il fissaggio, raggiunge la massima curvatura con uno scarto di circa 1,5 millimetri. Questa curvatura è grave perché non è un difetto di fresatura o di rettifica, ma è dovuto alla deformazione di tutto il blocco, e quindi coinvolge anche le sovrastanti guide a coda di rondine che seguono la stessa deformazione. Lo scorrimento su queste guide è difficoltoso perché, pur cercando la migliore regolazione sulle guide di registro (si chiamano lardoni?) si ha un blocco in corrispondenza del passaggio sulla gobba centrale, e invece rimane vergognosamente troppo gioco all’inizio e alla fine della corsa.
Deluso e sgomento ho abbandonato questo ignobile obbrobrio in un angolo, per diversi mesi sul banco da lavoro, indeciso se collocarlo tra i rottami oppure portarlo in una officina specializzata per una eventuale rettifica, ammesso che la correzione sia possibile ed economicamente conveniente. Doveva essere una morsa a croce, ma è diventata la mia croce!
Ho letto, da qualche parte qui nel forum, che la ghisa, dopo la fusione, continua per un certo tempo a deformarsi. O meglio, seguendo un processo di maturazione, continua a distendersi lentamente fino ad assumere, con il passare degli anni, una forma più o meno definitiva.
Adesso io chiedo cortesemente suggerimenti a quanti di voi vorranno esprimersi:
1) È possibile e conveniente pensare ad una operazione di rettifica su un materiale tanto scadente?
2) Se dopo l’eventuale rettifica dovesse continuare la distensione/deformazione del materiale mi troverei con lo stesso problema?
3) È pensabile e utile un preliminare trattamento termico casalingo come ad esempio diversi cicli nel forno della cucina a 250 °C per un’ora con successivo lentissimo raffreddamento? Oppure questo ipotetico trattamento termico casalingo finirebbe per rovinare definitivamente la struttura degradandone le già discutibili proprietà meccaniche?
4) Se volessi provare a fissare questa morsa al piano del trapano a colonna mediante due bulloni alle apposite asole della base rischierei di rompere la base d’appoggio? Stringere i bulloni di fissaggio significherebbe contrastare l’incurvamento della base d’appoggio adesso inarcata di circa 1,5 mm rispetto al piano orizzontale. Quali sono le possibilità di flettere di questo materiale (ghisa grigia, giusto?)?
5) La vite che comanda lo spostamento trasversale, che dovrebbe essere in acciaio, può essere raddrizzata esercitando una forza a freddo fino ad ottenere una deformazione plastica? Oppure si rischia di spezzarla?
6) Se l’operazione di rettifica risultasse sconsigliata per limiti tecnologici o di costo, con quale utensile è più opportuno intervenire per cercare un accomodamento? Lima? Smerigliatrice angolare con disco in carta abrasiva? oppure con disco di mola?
7) Domanda retorica: dopo questa dolorosa esperienza, mi consigliate l’acquisto di un tornio Fervi, o di un piano di riscontro Fervi?
A parte il problema della morsa a croce appena esposto, una domanda a cui tengo particolarmente, e che necessita di una tempestiva risposta, riguarda l’olio protettivo da utilizzare sulle macchine per contrastare la ruggine, per lubrificare e per conservare gli oggetti più delicati:
Voi che tipo di olio usate? Come si chiama? Dove si acquista?
Lo chiedo perché, nel tentativo di comporre la mia dotazione di utensili, ho acquistato delle squadre da officina di un certo costo, alcuni spessimetri, contafiletti, micrometri ecc., ma rischio di perdere tutto a causa dell’ossidazione.
Ringrazio tutti coloro che vorranno esprimere la propria opinione ed elargire suggerimenti.
Mi scuso se non ho inserito questo messaggio nel posto più opportuno: accetto suggerimenti e indicazioni anche sulle modalità e sui criteri della messaggistica.
Giacomo