Buona lettura.
PREMESSA!
Leggo il forum da un po' e ho visto postazioni di lavoro di tutti i tipi, da quelle lussureggianti ultra attrezzate grandi come campi di calcio, a quelle un po' adattate magari messe in un sotto scala e con l'attrezzatura che cresce piano piano e con grandi sforzi.
In entrambi i casi, quello che porta avanti tutto e' sempre la stessa cosa, la passione.Questa singola parola racchiude dentro di se un significato profondo, significa soffrire, provare, sopportare o patire.Ci si riferisce ad un'emozione che è più forte di noi, che in un certo senso si subisce, ma per quanto razionalizzata è impossibile sfuggirvi. (un po' scopiazzato da wikipedia )
Con questo voglio dire che ogni ambiente racchiude un po' della nostra personalita' cioe' il carattere magari copulsivo oppure riflessivo, disordinato, calcolatore ecc ecc. che e' dentro di noi.
L'importante e' comunque colmare quel profondo desiderio di conoscenza e curiosita' che da sempre ci portiamo addosso.
LET'S GO!!
Come da titolo anche il buon giovane landyandy ha il suo personalissimo laboratorio.
La storia di questa nascita e' di antiche origini.
Comincierei con il dire che le prime fondamenta risalgono a circa una quindicina d'anni fa quando naque l'esigenza di avere un pratico vano dove riporre tutti gli oggetti piu' disparati, dagli attrezzi da giardino a alle vernici, dai componenti elettronici ai ricambi per auto, passando per le biciclette fino ai vecchi PC compresi stampanti, scanner, e tutti gli oggetti che racimolavo in giro, insomma tutto quello che oramai nella soffitta non entrava piu' )
Il posto era diventato talmente inagibile che oramai qualsiasi cosa volessimo infilare li dentro, semplicemente ce la buttavamo e se per puro caso qualcuno in famiglia era intenzionato a riprendersi qualcosa......bè apriti cielo.
Come in tutte le cose, è quasi sempre il fato che decide il nostro futuro e in questo caso, è bastato che un giorno d'estate, mio padre decidesse di riprendere la sua bicicletta, per cambiare le sorti.
Sopra il sellino erano appoggiati in bilico un paio di bilancieri da allenamento, sul manubrio non ricordo quante buste piene di non so' cosa, erano penzolanti, le gomme erano a terra e sul porta pacchi posteriore c'era una stampante che appoggiai io tempo prima.
Gli bastò alzare appena la stampante dal portapacchi per squilibrare appena la bici.
Nel giro di due secondi tutto cambio!
I bilancieri che stavano sul sellino precipitarono a terra, ANZI, più che a terra direi su uno dei due piedi di mio padre.
Tralasciando i minuti successivi che furono un mix di blasfemia uniti a strilli e quant'altro, si decise all'unisono che la baracca sarebbe dovuta essere rasa al suolo.
Scherzo )) in realta' lo spazio doveva essere riconvertito o perlomeno rivalutato.
Come nelle storie piu' tristi, si decise per buttare tutto quello che in almeno cinque anni non era stato toccato e provare a trasformare lo spazio residuo in una piccola officina.
Quest'idea aveva il vantaggio di creare finalmente uno spazio di lavoro che mi avrebbe permesso di cimentarmi nel mio hobby preferito che e' la smanettografia che altro non è che l'abilita' di smontare un'oggetto perfettamente funzionante e costruirne, con gli stessi componenti, due o addirittura tre oggetti vari, assolutamente NON funzionanti
Ovviamente quelli erano i tempi in cui andavo a scuola e avevo tanta teoria in testa ma poca pratica e l'idea di avere un posto tutto per me (quasi) dove smanettare, mi appassiono' non poco.
OK questa e' la storia.
Purtroppo non ho materiale video per documentare lo scempio descritto, (forse qualche registrazione degli strilli di mio padre).
Quello che mi rimane sono alcuni video e un po' di foto del post-olocausto, quando cioe' oramai la baracca aveva gia l'aspetto di una officina.
Comincerei con il postare appunto un po' di foto di repertorio che danno l'dea di com'era qualche anno fa:
La casetta si trova immersa nel verde del mio giardino, nascosta agli occhi indiscreti dei vicini e dei possibili curiosi
L'aspetto esterno non e' granchè e attualmente sto pensando di apportare delle modifiche che lo renderebbero anche piu' gradevole alla vista.
Un qualcosa che si possa adattare all'ambiente e richiami i colori del giardino.....mumble mumble.....fino all'estate prossima non se ne parla comunque.
Cosi' si presentava la porta d'ingresso.
Una classica doppia anta ad apertura totale verso l'esterno.