Ciao Darix mi fa piacere che ti interessi.
Riprendo la storia.
Portati a casa i basamenti sapevo di doverli sverniciare per poi stuccarli e riverniciarli, ma non potevo certo cominciare senza aver prima le idee chiare sul come procedere, su quale era la vernice migliore ecc.
A chi chiedere se non al mio amico carrozziere che di vernici ne mastica senz'altro più di me? Trascorro un intero pomeriggio a "tampinarlo" (pressarlo) per carpirgli i segreti del mestiere. Di vernici parlava di epossidica ma costava una cifra, wash primer, fondi ecc.: una gran confusione. Alla fine ne sono uscito con l'unica certezza di dover sverniciare ed immediatamente dare almeno l'antiruggine per impedire l'ossidazione della ghisa nuda.
Wikipedia torna sempre utile per chiarimenti: le vernici sono costituite da un
componente filmogeno con caratteristiche adesive (oli siccativi, resine naturali, cellulosa e vari tipi di resine sintetiche quali acriliche, viniliche, poliestere, fenoliche, epossidiche, poliuretaniche) da un
solvente che lo rende fluido e infine, da un
agente plastificante che ne migliora le caratteristiche elastiche.
Armato di queste belle definizioni (capio gnente = capito niente) sono tornato dal mio amico carrozziere che mi ha reindirizzato presso un rivenditore di vernici molto competente. Quest'ultimo mi dice che non basterebbe un corso universitario per sviscerare il problema vernici, principalmente perché la qualità del risultato finale dipende sostanzialmente dal
pretrattamento (sabbiatura, decapaggio, ecc.) che subisce il supporto e dal tipo di
applicazione (spruzzo, pennello ecc.) oltre che dal
tipo di pittura (viscosità , proprietà chimico-fisiche del film ecc.) utilizzata. A questo si aggiunga che esiste un'ampia varietà di basi polimeriche (le principali sono le cellulosiche, le alchidiche, le acriliche, le poliesteri, le epossidiche, le poliuretaniche, ecc.) che a loro volta possono subire ulteriori modificazioni ed infine che, vernici simili prodotte da ditte diverse, spesso vendute con lo stesso prezzo, possono avere residuo solido molto diverso, (quel che rimane dopo l’evaporazione del solvente) quindi rese diverse e pertanto diversa convenienza. (per chi volesse approfondire il discorso
http://www.dmfci.unict.it/siracusa/web1 ... ico/m1.pdf)
Se per un addetto ai lavori è già difficile districarsi in mezzo a questa giungla, per un neofita come me l'unica cosa da fare era fidarsi dei consigli dell'esperto che , procedendo nella discussione, mi ha descritto le operazioni da eseguire per avere il mio tornio riverniciato a nuovo, ottenendo un risultato discreto per le mie capacità e soprattutto non spendendo cifre folli:
per quanto riguarda i basamenti, non avendo questi particolari necessità di attenzione per basi, riscontri, ecc., mi ha suggerito di sabbiarli. Una volta a casa procedere, il più rapidamente possibile, applicando una mano di pittura antiruggine a base di nitrocellulosa e resine alchidiche, stuccando eventuali imperfezioni con uno stucco sintetico, carteggiando per livellare lo stucco, stendendo una mano consistente di fondo isolante , carteggiando nuovamente per pareggiare le rugosità della fusione di ghisa ed applicando infine due mani di smalto sintetico a base di resine alchidiche. Le restanti parti provviste di guide, piani, ecc. escludono solo la sabbiatura che dovrà essere sostituita da una disincrostazione con l'idro-pulitrice, una sgrassatura con benzina, dalla sverniciatura con prodotti svernicianti ed o spazzole ed infine da un'accurata pulizia.
Mi ha quindi consegnato quanto mi serviva (prodotti della ard f.lli raccanello) avvisandomi che le schede tecniche di quanto acquistato potevo trovarle in internet. Mi ha anche gentilmente indicato dove potevo rivolgermi per la sabbiatura.
Ad una decina di kilometri da casa, in aperta campagna, un polverone mi dice che sono arrivato dove potevo sabbiare i miei basamenti: una vecchia fattoria. Parlo con un signore che stava movimentando delle putrelle con un muletto e questi, in mezzo ad un frastuono infernale, mi dice di attendere cinque minuti. Trascorsi non più di cinque minuti, silenzio assoluto, dal polverone emerge un marziano che scopro essere il fratello di quello che manovrava il muletto: entrambi titolari ed unici lavoratori dell'azienda. Chiedo se potevano accontentarmi. "Vien qua dai, scarga cuei do tochi e metei qua che tei faso subito". Ubbidisco, uno dei due si riveste da marziano, gran frastuono, altro polverone, dieci minuti, silenzio, riappare il marziano, si dirada il polverone, mi riconsegnano i pezzi. Quanto?, "ti mi si simpatico 20 Euri e vanso na birra". Ringrazio e torno a casa contento di poter iniziare la verniciatura.
Continua..........