Mi pare ci sia un po' di confusione.
Il riscaldamento ad induzione avviene per effetto Joule dovuto alla circolazione di corrente indotta (*) da un primario (bobina) su un secondario "anomalo" (il pezzo da riscaldare). Non è necessario che i pezzi da riscaldare siano magnetici, è sufficiente siano conduttori. Nei materiali magnetici si instaura anche un differente processo di dissipazione (e quindi di riscaldamento) che comunque è marginale rispetto al primo.
Materiali amagnetici (alluminio, rame e loro leghe, acciai inossidabili ecc.) sono processati comunemente nei forni ad induzione. I crogioli in grafite sono utilizzati comunemente in questo tipo di riscaldamento in quanto, presentando una alta resistività, assorbono una potenza limitata rispetto al contenuto degli stessi (metallo). Questa condizione permette di avere un riscaldamento concentrato con (relativamente) ridotta emissione di calore verso l'esterno.
La corrente di eccitazione della bobina deve essere ad alta frequenza (*) e con potenze molto sostenute. Le apparecchiature sono in genere abbastanza complesse in quanto necessitano di sistemi di controllo in retroazione per mantenere una costanza di funzionamento al variare del carico (qualità e quantità del materiale da riscaldare).
L'induttore mostrato nella foto ha poco (o nulla) a che fare con l'argomento.
(*) Da qui il nome "riscaldamento ad induzione" oppure "riscaldamento ad alta frequenza".