pur avendolo consultato parecchie volte, come iscritto sono nuovo del Forum e vorrei approfittare della competenza che traspare da parecchi post.
Per la verità la problematica che propongo non è particolarmente legata al mondo cnc, ma comunque all'asportazione di truciolo.
Spero di non essere troppo fuori tema.
Ho consultato prima parecchi forum più specifici per le macchine che sottopongo alla vs attenzione, ma per la verità per ora mi hanno tutti dato l'impressione che io parli (scriva) arabo, in quanto chiedendo una serie di cose, mi viene risposto a casaccio ed in relazione a tutt'altro, nonché con una comprensibilità alquanto discutibile.
Sono certamente impreparato in elettronica/elettrotecnica, ma non tanto da non capire la mancanza di logica di alcuni.
Per cui arrivo a voi, sperando di non essere troppo fuori luogo.
Venendo al nocciolo, la questione è questa:
Tra le altre cose, in laboratorio ho una vecchia sega a nastro con volani da 800 mm con motore trifase 2,6 kW, un grosso tornio da legno monofase 1,8 Cv e un tornio da metallo monofase da 1 Cv.
L'impianto elettrico è 220 monofase.
Particolarmente perchè la sega a nastro collegata in monofase con condensatore non riesce assolutamente a spuntare, mi sono deciso ad ordinare 2 inverter 220 V: uno mono/trifase da 4 kW e l'altro monofase/monofase da 1,5 kW, per i 2 torni, con il quale approfitterò dell'impagabile regolazione fine e rapida della velocità.
In attesa che arrivino, stavo riflettendo un po' sui collegamenti elettrici:
1)Su tutte le macchine vorrei avere un pulsante (fungo) di emergenza, so però che con l'inverter alimentato non si può interrompere la linea che da questo va al motore altrimenti si hanno dei danni. Se invece con l'emergenza interrompo l'alimentazione a monte dell'inverter faccio una cosa corretta o meno?
2) Così facendo si perde però sicuramente la frenatura che può dare l'inverter vanificando di parecchio l'utilità dell'emergenza; è quindi più ragionevole dare un segnale di stop all'inverter attraverso il classico fungo?
3) Potendo, per risparmiare, mi piacerebbe usare entrambi gli inverter per più (uno alla volta) motori, naturalmente ri-programmando adeguatamente.
Per comodità, pensavo di non collegare direttamente l'inverter ad un motore, ma attraverso una presa/spina in modo da connettere con facilità, di volta in volta, quello che voglio usare (es. i due torni).
Ciò ovviamente dopo aver spento il motore attraverso il normale pulsante di stop; ma fatto ciò è comunque necessario, o meno, togliere l'alimentazione in entrata all'inverter per evitare danni ? Lo chiedo perché potrebbe essere facile dimenticarsene.
4) Premesso che non ho intenzione di morire folgorato ne di dare fuoco alla casa, sono un privato e una volta che realizzassi un impianto ragionevolmente funzionale e sicuro sarei anche propenso a non eccedere nel rispetto delle normative e dell'eleganza dell'impianto, nell'ottica di non spendere soldi che non ho è pensabile agire nel seguente modo:?
a) Sfruttare il termico e differenziale posti in entrata al laboratorio
b) Mantenere la possibilità di disalimentare l'inverter semplicemente attraverso presa/spina, quindi senza l'uso di teleruttore e relativa eccitazione.
c) Collegare (forzatamente nel caso b) il fungo dell'emergenza all'apposito morsetto di stop dell'inverter.
d) Collegare di volta in volta il motore scelto attraverso adeguate presa/spina
e) il tutto è sicuramente brutto, ma se fosse sufficiente me ne accontenterei.
5) Da ultimo, immagino che la protezione 'termica' dei motori venga gestita dal VFD attraverso la misurazione della corrente assorbita, non già dalla misurazione effettiva della temperatura degli avvolgimenti.
Questo per dire che se si impiega il motore a bassa velocità con corrente normale, il VFD non può proteggere il motore per il surriscaldamento dovuto alla carenza di ventilazione. Giusto?
A parte servoventilare, è ragionevole pensare ad una delle 'vecchie' pastiglie termiche da integrare nel sistema, inserendola in serie nel circuito dell'emergenza?
E' evidente che sono stato lungo come pochi altri, ma ciò per cercare di porre domande intellegibili.
Cordialmente, Osvaldo Giugni