Come già detto , legno, plastiche (termoplastici) ed alluminio non differiscono nel tipo di lama, in quanto per entrambi i materiali si utilizza lo stesso metallo duro per i denti: una qualità "molto dura" e poco tenace ergo "fragile".
Cosa cambia allora? Come evidenziava Torn24 cambiano gli angoli di spoglia (più positivi per il legno meno positivi per l'alluminio, negativi per le plastiche) e, aggiungo, il numero di denti.
Di solito, a parità di spessore di taglio, si impiegano lo stesso numero di denti per legno e plastiche ma un numero superiore di denti per all'alluminio.
Va detto pure che un conto è tagliare alluminio grezzo ed altra cosa tagliare alluminio anodizzato; in questo secondo caso l'affilatura è ancora diversa: spoglia anteriore a zero o leggermente negativa (1°).
Quest' ultima affilatura è valida per il materiali plastici, molti dei quali tendono ad essere abrasivi.
Ricapitolando: Legno, alluminio e materiali plastici necessiterebbero di 3 lame concettulamente uguali (denti saldobrasati) ma con affilatura e numero di denti diverso.
Ora, se non si deve fare produzione spinta ma solo qualche taglio ogni tanto, mi concentrerei su un'affilatura per alluminio (grezzo). Affilaura i cui angoli di taglio sono, per così dire, "intermedi"...
Per quanto riguarda i materiali ferrosi, la qualità del metallo duro delle lame per legno/alluminio/plastiche non è adatta a causa della scarsa tenacia. Il metallo duro dei denti in gergo si definisce troppo "secco" e il filo dei denti, tenderebbe a scheggiarsi facilmente.