Una officina del tempo che fu

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paolo_bl
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Una officina del tempo che fu

Messaggio da paolo_bl » domenica 1 gennaio 2017, 1:43

Premessa: non è la mia officina, ma mi piacerebbe che lo fosse.
Non si trova in Italia, non potrebbe rimanere aperta da noi.
Siamo a Meiningen, Turingia, ex Germania Est.
Qui vi è l'unica officina di tutta Europa (e non solo) in grado di riparare, revisionare, ricostruire da zero una locomotiva a vapore.
Meccanica e macchine del tempo che fu, che continuano ad essere usate oggi per la lavorazione di macchine che possono anche essere ultracentenarie.

Ho avuto la possibilità di visitare, in due occasioni, queste officine, e di scattare un po' di foto.
Queste officine sono visitabili il sabato; è sufficiente presentarsi al cancello d'entrata alle 10, puntuali, pagare il biglietto d'entrata, per effettuare una visita guidata della durata di circa 2 ore e mezza.
Da oltre vent'anni a questa parte inoltre, all'inizio di settembre, le officine sono sede di un festival "riservato" agli appassionati del vapore.
Per due giorni all'interno dei capannoni si può girare liberamente tra macchine utensili e locomotive, mangiare e bere, assistere a dimostrazioni e guidare locomotive, cercare tra gli infiniti espositori del mercatino il modellino dei propri sogni.
Insomma, per chi è appassionato, da 1 a 99 anni e più di età, divertimento allo stato puro.

Vorrei mostrarvi qualche foto che ho scattato nelle due occasioni in cui sono andato in visita, meritano senz'altro.
Penso che molti noteranno subito dei particolari, diciamo così, un po' fuori norma rispetto a come siamo abituati nelle nostre fabbriche.
D'altronde, siamo in Germania, non in Italia e le regole sono un po' diverse.

Comincio con qualche foto generale, dal "comitato di accoglienza", a tutto il contorno.
Le macchine utensili seguiranno dopo.
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Re: Una officina del tempo che fu

Messaggio da paolo_bl » domenica 1 gennaio 2017, 10:29

Nei capannoni si mangia, si beve, si contratta e si può camminare praticamente ovunque.
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Re: Una officina del tempo che fu

Messaggio da darix » domenica 1 gennaio 2017, 11:50

Che spettacolo! Anche se per me il tedesco è una lingua ostica, spero di poterci andare!
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Re: Una officina del tempo che fu

Messaggio da paolo_bl » domenica 1 gennaio 2017, 12:49

Merita senz'altro, perché è come tornare indietro di almeno sessant'anni.
Infatti le macchie utensili sono alquanto datate, diciamo così.
Le caldaie oggi vengono realizzate per saldatura, tuttavia il procedimento di costruzione è analogo a quello in uso all'epoca.
Si calandrano le lamiere, si stampano i fondelli, si fora e invece di chiodare si salda.
Queste caldaie devono lavorare a pressioni abbastanza elevate, dell'ordine dei 16 - 20 bar.
Tenete conto che una caldaia di questo tipo, contenente circa 12 metri cubi di acqua surriscaldata, in caso di esplosione equivale a circa 1,5 tonnellate di tritolo... o le cose sono fatte bene, o sono guai seri.
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Re: Una officina del tempo che fu

Messaggio da darix » domenica 1 gennaio 2017, 14:22

Oltretutto le dimensioni di ogni cosa sono a dir poco spaventose!
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Re: Una officina del tempo che fu

Messaggio da paolo_bl » domenica 1 gennaio 2017, 16:55

Rispetto ad altre realtà che ho avuto modo di vedere, queste sembrano quasi medio-piccole. :wink:
Mi viene in mente il tornio "a giostra" con cui realizzano le turbine idrauliche, capace di lavorare pezzi fino a 12 metri di diametro.

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Re: Una officina del tempo che fu

Messaggio da paolo_bl » lunedì 2 gennaio 2017, 1:19

Proseguiamo con le macchine per eseguire lavorazioni sulle parti di una locomotiva.

Le lavorazioni sono quasi completamente su macchine tradizionali, insomma si fa tutto ancora rigorosamente a mano.

Si passa accanto a trapani d'epoca, presse idrauliche antiquate, una alesatrice per le bielle che deve essere una macchina costruita appositamente per questo lavoro, con un banco lunghissimo, un lapidello con una tavola decisamente lunga.
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Re: Una officina del tempo che fu

Messaggio da paolo_bl » lunedì 2 gennaio 2017, 1:33

La lavorazione dei cilindri motore è eseguita su alesatrici di vario tipo. Notare la dotazione di utensili, tutti dall'aria piuttosto antiquata.
Questo cilindro in lavorazione è stato realizzato mediante saldatura di grosse lamiere, mentre un tempo erano ricavati da fusioni di acciaio.

In un reparto separato vi è la macchina più moderna, una fresalesatrice CNC a doppio montante mobile con un banco da 15 metri, in grado di lavorare anche i telai più lunghi.

Ma questa serie di sale montate prefigura quello che è il reparto principe di questa officina: quello della tornitura degli assali, lavorazione in cui queste officine sono specializzate, con macchine che sono concepite solo per queste lavorazioni.
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Re: Una officina del tempo che fu

Messaggio da melManmax86 » martedì 3 gennaio 2017, 8:47

wow, fantastiche foto, grazie di averle condivise =D>

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Re: Una officina del tempo che fu

Messaggio da Fiveaxis » martedì 3 gennaio 2017, 9:50

Notare le protezioni di sicurezza sulle macchine! :lol: :lol:
L'unica cosa "sicura" e che, se non stai attento, ti ritrovano -setacciando- il bisone dei trucioli :lol:

Comunque belle foto...e bei tempi!
Buona giornata
La macchina conta...ma la differenza la fa il "manico"!

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Re: Una officina del tempo che fu

Messaggio da paolo_bl » martedì 3 gennaio 2017, 10:34

Questo mi è saltato subito all'occhio.
Peraltro, avendo visitato anche altre aziende, modernissime e tutte molto attive (come lo è questa, peraltro, vi lavorano circa 250 persone, non è un museo) ho notato che la situazione è la stessa.
Le macchine tradizionali, a comando manuale, non hanno tutta quella serie di "protezioni" che abbiamo noi.
Protezioni che, per inciso, spesso sono malfatte, ostruiscono la visuale e costituiscono più un intralcio alla corretta esecuzione delle lavorazioni che un effettivo incremento della sicurezza.
Detta in altre parole, il cappello sull'autocentrante del tornio non ti protegge un bel niente, se metti le mani dove non devi sei comunque spacciato.
Infatti, nei torni che hanno qui, non c'è nulla di tutto questo.

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Re: Una officina del tempo che fu

Messaggio da Fiveaxis » martedì 3 gennaio 2017, 10:59

La sicurezza e salubrità dei luoghi di lavoro ha, di per se, un senso al fine di evitare situazioni "normali" siano pericolose. (es: se lacio il pavimento sudicio d'olio, diventa facile scivolare cadere e farsi male!)

Il problema, a mio personalissimo avviso, risiede nel fatto che, in molti casi, la legge impone protezioni a prova di -idiota-...Il che è piuttosto singolare: dal momento che gli idioti, per la selezione naturale della specie, sarebbe bene finissero nel bidone dei trucioli anzichè -riprodursi-...Anche perchè le protezioni adatte agli idioti, spesso diventano d'intralcio ai normo-dotati di cervello! :mrgreen:

Buona giornata
La macchina conta...ma la differenza la fa il "manico"!

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Re: Una officina del tempo che fu

Messaggio da paolo_bl » martedì 3 gennaio 2017, 11:04

Appunto. In un luogo come questo un "idiota" non potrebbe lavorare.
Diaciamo che se si trattano le persone come se fossero idioti, alla fine alcune lo diventeranno per davvero, perché verranno indotte a pensare che qualunque cosa facciano non sarà responsabilità loro ma di qualcun altro.

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Re: Una officina del tempo che fu

Messaggio da paolo_bl » martedì 3 gennaio 2017, 11:30

Proseguiamo con la carrellata delle macchine impiegate in questa officina.
Come dicevo, il reparto tornitura è quello più assortito, perché in una locomotiva le parti più soggette ad usura sono costituite dal rodiggio, ovvero dall'insieme degli assali.
I cerchioni si consumano e vanno sostituiti, gli assi si usurano (al 99% girano ancora su bronzine) e vanno ripristinati o sostituiti.
Insomma, abbondano i torni speciali, fatti appositamente per tornire cechioni, ruote e riprofilare le sale montate.
A differenza delle locomotive atuali, che hanno ciscun asse indipendente, e quindi riprofilabile mediante tornitura in fossa senza necessità dello smontaggio dell'assale dalla locomotiva, le vaporiere devono per forza passare per di qua dove hanno conservato le macchine d'epoca.
Nelle due visite che ho fatto ho visto in lavorazione sale provenienti da macchine francesi, inglesi, italiane, svizzere, tedesche ovviamente, a scartamento normale e ridotto.

Difficile trovare il tornietto, e pure rari sono gli autocentranti, riservati ai piccoli lavori, e parimenti è assai raro vedere visualizzatori di quote; si fa ancora tutto a mano, qui conta l'abilità dell'operatore.
Dominano la scena le piattaforme, con staffaggi o a griffe indipendenti, di dimensioni notevoli.
D'altro canto devono essere in grado di lavorare le ruote delle locomotive della classe 01, da 2000 mm di diametro nominale.
Per la lavorazione dei cerchioni, propedeutica al loro calettamento a caldo, si usano torni ad asse verticale.
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Re: Una officina del tempo che fu

Messaggio da paolo_bl » martedì 3 gennaio 2017, 11:40

Ci sono dei torni "universali" di dimensioni notevoli.
Questo Skoda è del 1970, diciamo che è una delle macchine più recenti che hanno.
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