maschere protezione verniciatura
- Laserium Floyd
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maschere protezione verniciatura
Funziona così,e non chiedetemi perchè(Keplero)
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Re: maschere protezione verniciatura
Ciao,
vorrei dirti solo delle cose un po’ pratiche per aiutarti ma so già che finirò per farmi prendere la mano... abbi pazienza!
Mi piacerebbe partire dal presupposto che dovunque tu lavori esista un servizio di prevenzione e protezione che abbia (lo impone la legge) eseguito una valutazione dei rischi e individuato dei Dispositivi di Protezione Individuale là dove necessario. Da come ti esprimi mi resta qualche dubbio...
In generale la cosa migliore è semplicemente evitare di stare in ambienti con elevate concentrazioni di solventi (facile, no?) e questo normalmente si realizza estraendo la maggior quantità possibile di overspray con degli aspiratori che lo manderanno “da qualche altra parte†che non sia l’ambiente di lavoro (evitiamo di discutere del dove e come altrimenti non ne usciamo vivi).
I problemi nell’aspirare grossi volumi d’aria sono legati, però, alle condizioni microclimatiche dell’ambiente di lavoro ed al consumo di energia dato dagli aspiratori (oltre che ad aspetti tecnici di processo): aspirare migliaia di metri cubi ora significa che è praticamente impossibile scaldare d’inverno o raffrescare d’estate un ambiente di lavoro e che i costi per l’energia elettrica, comunque, cominciano ad incidere significativamente sul budget dell’azienda.
Un compromesso plausibile è quello in cui si lavori in un ambiente dove le concentrazioni di solventi sono mantenute sotto al TLV (TWA, aggiungerei) che è il valore limite di soglia e che si può desumere dalle schede di sicurezza dei prodotti utilizzati (magari è un po’ più complesso ma diciamo così). In questa condizione la mascherina diventa una precauzione ulteriore e non un mezzo di salvaguardia necessario per esporti ad un valore di concentrazione inferiore al TLV!
Significa che se, ignaro, lavori con una mascherina “esaurita†stando sotto al TLV, i rischi per la tua salute saranno ragionevolmente trascurabili, mentre stando sopra il TLV, appena la mascherina si esaurisce sei esposto a condizioni ritenute pericolose per la tua salute.
Il tuo datore di lavoro dovrebbe aver fatto fare delle analisi di aerodispersi nelle più gravose condizioni di esercizio e verificato quale sia il livello di concentrazione di solventi alla quale sei esposto durante il turno di lavoro.
Adesso si pone il Problema dei problemi: quanto dura una mascherina a carboni attivi? Dopo quanto la devo cambiare?
Risposta: dovrebbe essere scritto sulla scheda tecnica della mascherina stessa e determinato dal produttore ma siccome è praticamente impossibile determinarlo a priori troverai al massimo delle indicazioni capziose o sibilline.... tipo “sostituire alla fine di ogni turno di lavoroâ€.
E’ praticamente impossibile definirlo a priori perchè la variabilità dei parametri in gioco è tale e tanta che vanifica qualsiasi tentativo di calcolo. I carboni attivi assorbono una determinata percentuale in peso di solventi ma molto dipende anche dalla temperatura ed umidità dell’ambiente e dalla velocità di contatto con i vapori di solventi da adsorbire; aggiungici poi, la variabile del diverso volume respiratorio degli individui... non se ne esce!
Sperando di non far inorridire qualche purista, potrei dirti che un modo molto pratico di capire quando una mascherina è esaurita è che non assorbe più solventi che quindi passeranno indisturbati arrivandoti al naso e in quel caso potrai sentire la puzza.
Ma sarebbe da pazzi usare un metodo simile in condizioni di esposizione superiori al TLV!!!! Anche perchè in una fase iniziale il sistema olfattivo tenderà gradualmente ad abituarsi all’odore “cancellandolo†e magari lo sentirai solo all’inizio del turno successivo.
Una nota: a fine turno le mascherine con filtri a carboni vanno riposte ben chiuse in un sacchetto di polietilene e non lasciate di fianco o sopra al vaso di solvente (di solito aperto, ovviamente) altrimenti i carboni continuano ad adsorbire fino ad esaurire, in breve, i filtri.
L’avvento delle vernici ad acqua dovrebbe aver semplicemente migliorato le cosa dal punto di vista dei solventi visto che il contenuto percentuale è sensibilmente minore e non mi risulta che, sempre per quanto riguarda i solventi, le precauzioni da utilizzare debbano essere diverse da quelle utilizzate per le vernici tradizionali. L’importante è verificare le condizioni ed adottare le necessarie misure di controllo dell’esposizione.
Dal mio punto di vista la soluzione più conservativa è quella dei facciali in sovrapressione alimentati ad aria esterna come hai già utilizzato. Scomodi per il tubo che ti vincola un po’ ma più sicuri e che garantiscono un modo di respirare decisamente più normale.
Una nota doverosa per gli svernicianti a base di cloruro di metilene: le mascherine a carboni attivi sono, in generale, poco efficaci se non inutili. Sempre meglio un sistema ad aria pulita.
Siccome non ho scrito abbastanza vorrei fare una considerazione di carattere generale (di cuore):
PRETENDIAMO DI ESSERE RISPETTOSI DELLA NOSTRA SALUTE; sul lavoro e nella vita privata.
Quando stenteremo a tenere in braccio i nostri figli perchè abbiamo lasciato la gran parte delle dita sulla fresa della toupie di un datore di lavoro delinquente o quando la nostra nipotina ci vorrà raccontare di come va bene a scuola e noi non potremo sentirla perchè abbiamo giocato a fare rambo senza i tappi o le cuffie “che sono robe da femminucceâ€.... beh, allora sarà tardi.
Prolisso come sempre.
Mandi
Nicola
vorrei dirti solo delle cose un po’ pratiche per aiutarti ma so già che finirò per farmi prendere la mano... abbi pazienza!
Mi piacerebbe partire dal presupposto che dovunque tu lavori esista un servizio di prevenzione e protezione che abbia (lo impone la legge) eseguito una valutazione dei rischi e individuato dei Dispositivi di Protezione Individuale là dove necessario. Da come ti esprimi mi resta qualche dubbio...
In generale la cosa migliore è semplicemente evitare di stare in ambienti con elevate concentrazioni di solventi (facile, no?) e questo normalmente si realizza estraendo la maggior quantità possibile di overspray con degli aspiratori che lo manderanno “da qualche altra parte†che non sia l’ambiente di lavoro (evitiamo di discutere del dove e come altrimenti non ne usciamo vivi).
I problemi nell’aspirare grossi volumi d’aria sono legati, però, alle condizioni microclimatiche dell’ambiente di lavoro ed al consumo di energia dato dagli aspiratori (oltre che ad aspetti tecnici di processo): aspirare migliaia di metri cubi ora significa che è praticamente impossibile scaldare d’inverno o raffrescare d’estate un ambiente di lavoro e che i costi per l’energia elettrica, comunque, cominciano ad incidere significativamente sul budget dell’azienda.
Un compromesso plausibile è quello in cui si lavori in un ambiente dove le concentrazioni di solventi sono mantenute sotto al TLV (TWA, aggiungerei) che è il valore limite di soglia e che si può desumere dalle schede di sicurezza dei prodotti utilizzati (magari è un po’ più complesso ma diciamo così). In questa condizione la mascherina diventa una precauzione ulteriore e non un mezzo di salvaguardia necessario per esporti ad un valore di concentrazione inferiore al TLV!
Significa che se, ignaro, lavori con una mascherina “esaurita†stando sotto al TLV, i rischi per la tua salute saranno ragionevolmente trascurabili, mentre stando sopra il TLV, appena la mascherina si esaurisce sei esposto a condizioni ritenute pericolose per la tua salute.
Il tuo datore di lavoro dovrebbe aver fatto fare delle analisi di aerodispersi nelle più gravose condizioni di esercizio e verificato quale sia il livello di concentrazione di solventi alla quale sei esposto durante il turno di lavoro.
Adesso si pone il Problema dei problemi: quanto dura una mascherina a carboni attivi? Dopo quanto la devo cambiare?
Risposta: dovrebbe essere scritto sulla scheda tecnica della mascherina stessa e determinato dal produttore ma siccome è praticamente impossibile determinarlo a priori troverai al massimo delle indicazioni capziose o sibilline.... tipo “sostituire alla fine di ogni turno di lavoroâ€.
E’ praticamente impossibile definirlo a priori perchè la variabilità dei parametri in gioco è tale e tanta che vanifica qualsiasi tentativo di calcolo. I carboni attivi assorbono una determinata percentuale in peso di solventi ma molto dipende anche dalla temperatura ed umidità dell’ambiente e dalla velocità di contatto con i vapori di solventi da adsorbire; aggiungici poi, la variabile del diverso volume respiratorio degli individui... non se ne esce!
Sperando di non far inorridire qualche purista, potrei dirti che un modo molto pratico di capire quando una mascherina è esaurita è che non assorbe più solventi che quindi passeranno indisturbati arrivandoti al naso e in quel caso potrai sentire la puzza.
Ma sarebbe da pazzi usare un metodo simile in condizioni di esposizione superiori al TLV!!!! Anche perchè in una fase iniziale il sistema olfattivo tenderà gradualmente ad abituarsi all’odore “cancellandolo†e magari lo sentirai solo all’inizio del turno successivo.
Una nota: a fine turno le mascherine con filtri a carboni vanno riposte ben chiuse in un sacchetto di polietilene e non lasciate di fianco o sopra al vaso di solvente (di solito aperto, ovviamente) altrimenti i carboni continuano ad adsorbire fino ad esaurire, in breve, i filtri.
L’avvento delle vernici ad acqua dovrebbe aver semplicemente migliorato le cosa dal punto di vista dei solventi visto che il contenuto percentuale è sensibilmente minore e non mi risulta che, sempre per quanto riguarda i solventi, le precauzioni da utilizzare debbano essere diverse da quelle utilizzate per le vernici tradizionali. L’importante è verificare le condizioni ed adottare le necessarie misure di controllo dell’esposizione.
Dal mio punto di vista la soluzione più conservativa è quella dei facciali in sovrapressione alimentati ad aria esterna come hai già utilizzato. Scomodi per il tubo che ti vincola un po’ ma più sicuri e che garantiscono un modo di respirare decisamente più normale.
Una nota doverosa per gli svernicianti a base di cloruro di metilene: le mascherine a carboni attivi sono, in generale, poco efficaci se non inutili. Sempre meglio un sistema ad aria pulita.
Siccome non ho scrito abbastanza vorrei fare una considerazione di carattere generale (di cuore):
PRETENDIAMO DI ESSERE RISPETTOSI DELLA NOSTRA SALUTE; sul lavoro e nella vita privata.
Quando stenteremo a tenere in braccio i nostri figli perchè abbiamo lasciato la gran parte delle dita sulla fresa della toupie di un datore di lavoro delinquente o quando la nostra nipotina ci vorrà raccontare di come va bene a scuola e noi non potremo sentirla perchè abbiamo giocato a fare rambo senza i tappi o le cuffie “che sono robe da femminucceâ€.... beh, allora sarà tardi.
Prolisso come sempre.
Mandi
Nicola
- Laserium Floyd
- Junior
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- Iscritto il: domenica 8 aprile 2012, 9:17
- Località: bassoPiemonte
Re: maschere protezione verniciatura
Funziona così,e non chiedetemi perchè(Keplero)