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da arm » lunedì 11 aprile 2022, 11:35
Ciao, anche io sto valutando la realizzazione di taglieri in legno
1) Il modo migliore per realizzarli è usare legni duri (faggio, acero) e messi di taglio ovvero tagliare delle strisce, ruotarle di 90° e riunirle in modo da creare un parallelepipedo che poi lavorerai. Questa tecnica viene usata per due motivi:
- Il legno lungo vena, come tagli qualcosa, si “apre”, mentre se messo ruotato è molto più duro;
- Unendo legni di colore diverso, hai effetti estetici molto particolari.
Fatti un giro in rete digitando “cutting board” e vedi cosa fanno.
2) Per la finitura esistono oli appositi per taglieri, uno di quelli che ho trovato/provato si chiama “Ulkii” o “Baker”; non irrancidiscono e sono per uso alimentare. Evita olio di lino, soprattutto cotto, perché tossico.
3) Discorso sanitario. La normativa sui MOCA a livello europeo impone la certificazione di tutto il processo produttivo dando responsabilità a tutti i soggetti coinvolti dal fornitore iniziale del legno, a chi lo lavora, al grossista che lo immagazzina e a chi lo vende. Cosa significa? Che ogni processo deve essere fatto seguendo una specifica normativa sanitaria di settore, ovvero, nel caso della lavorazione, che il macchinario che lo “fresa” deve essere certificato per “uso alimentare”. Che il grossista abbia ambienti in cui stoccare gli oggetti che seguono determinate caratteristiche igienico sanitarie, ecc.
Detto questo, vagando un po’ in rete , si trovano aziende che vendono accessori in legno per cucina che pubblicano anche la certificazione ufficiale, altre invece che dichiarano esclusivamente che sono oggetti “trattati” con oli per uso alimentari, altre ancora che si tutelano preoccupandosi di produrre l’oggetto, mandarlo in qualche centro analisi e farsi certificare che l’oggetto non rilascia sostanze nocive dichiarando quindi in autocontrollo che sono adatti per uso alimentare.
Infine, se vai nei mercatini su strada o marketplace, trovi di tutto di più…
Come al solito, le norme a volte sono soggette a interpretazione, o meglio: ognuno la vede come gli pare.
Diciamo che, per quanto riguarda i taglieri siamo “border line”:
il legno, a differenza delle plastiche o di altri materiali che vanno a contatto con gli alimenti e per i quali ci sono delle tabelle di valori ben precisi da verificare, non hanno parametri specifici. Ed è anche vero che il legno, a parte particolari tipologie o zone di provenienza altamente inquinate, non rilascia sostanza nocive. Il problema, sui taglieri, nasce dal fatto che col tempo nei tagli si possono annidare batteri e/o muffe e nel caso del legno non si può sanificare in lavastoviglie.