Come ho accennato nella presentazione sono un ex tecnico del CNR in pensione. In tempi passati fra i vari progetti a cui ho partecipato ne avevamo uno che prevedeva la costruzione di un ponte laser per trasmissione dati (si tratta di TANTI anni fa...) il progetto è andato a monte per motivi che neanche ricordo più.
Fra le cose che erano state comprate e sono rimaste inutilizzate nella mia stanza per molti anni, c'era un telescopio riflettore incompleto, privo di qualsivoglia supporto e di cercatore.
Quando sono andato in pensione, invece di buttar via lo scatolone, me lo sono portato a casa, ovviamente con le autorizzazioni del caso (non interessava a nessuno).
Lo scatolone è rimasto in un angolo nel mio ripostiglio, fino a che, riordinando, l'ho tirato fuori.
E' venuto fuori un telescopio riflettore Konus vega da 4,5" focale 900 mm con oculare. Non è niente di che, ma è ancora "made in Japan" e lo specchio appare perfettamente conservato.
Mi è venuta l'idea di fargli un supporto e successivamente montarci una telecamera CCD da connettere al PC... Così magari lo metto in soffitta e lo faccio uscire dall'abbaino per osservare un cielo quasi libero.
Mi sono messo a studiare come sono fatte le montature dei telescopi.
La faccio breve, cercando di semplificare un argomento molto complesso.
La base di partenza è una montatura equatoriale, che ha cioè l'asse di rotazione parallelo all'asse terrestre, in questo modo si può mantenere l'oggetto in osservazione inquadrato anche per molte ore con un meccanismo di rotazione manuale o motorizzato che faccia fare al telescopio un giro ogni 24 ore.
questo è il meccanismo a cui faccio riferimento.
Il punto è che se uno fa solo osservazione usa il puntamento manuale e sopporta in silenzio i ballonzolii dell'immagine quando deve correggere il puntamento per compensare la rotazione terrestre.
Se invece si vuole tentare di fare fotografia o riprese video, il tremolio produce sfocature anche con movimenti di ottima qualità (l'immagine è "mossa").
Per stabilire i termini del problema, mettiamo qualche paletto. Una riduzione a vite senza fine, con la corona fra 240 e 480 denti, costa qualche migliaio di euro, la vite deve fare un giro in 3-6 minuti (dipende da quanti denti ha la corona).
Se la ruota ha un diametro compreso fra diciamo 200 e 400 mm un errore di lavorazione di un solo centesimo di mm porta irregolarità del movimento di decine di secondi d'arco che già provocano una bella sfocatura.
A questo si deve aggiungere l'ulteriore riduzione fra il motore e la vite che introduce ulteriori errori angolari.
Ora io una ruota a 240 denti con una precisione di 0,01 mm non la so costruire, (ne entrerebbe nel mio myford...) e comunque dopo dovrei costruire una ulteriore riduzione a molti ingranaggi con precisione comparabile.
Quindi mi debbo inventare qualche cosa.
Segue alla prossima puntata. Non uccidetemi.
Paolo