Supporto viti

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exxon
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Supporto viti

Messaggio da exxon » lunedì 18 agosto 2014, 9:45

Ho dei dubbi al riguardo al corretto utilizzo dei cuscinetti per supportare una vite a circolazione di sfere.

Nelle macchine progettate fin’ora ho utilizzato (con piccole varianti) la struttura visibile in figura 1: due cuscinetti dal lato motore con precarico assiale mediante molla a tazza; cuscinetto radiale flottante dal lato opposto. Se non ricordo male è simile a quanto a suo tempo avevo visto nei manuali SKF quando ancora esisteva la carta.
Figura_1.png
Adesso mi chiedo: perché non mettere in precarico (tensione) tutta la vite utilizzando solo due cuscinetti ed una molla con k inferiore ma forza uguale? Pensavo ad una soluzione come quella in figura 2.
Figura_2.png
Vorrei dei commenti per stimare quali potrebbero essere i problemi di una soluzione che non ho mai visto applicata (fatto non certo tranquillizzante). Ciò che appare strano è che io riesco a vedere solo vantaggi.

Nota: nei disegni è stato rimosso il tratteggio di alcune parti sezionate per migliorare la leggibilità su schermo.
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tomas
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Re: Supporto viti

Messaggio da tomas » lunedì 18 agosto 2014, 14:27

Le viti di solito si montano come in figura 1 ma con uno spessore calibrato se la vite va su una macchina utensile. La molla a tazza può comunque comprimersi sotto un carico maggiore del suo.
Nella figura 2 perderesti il precarico anche solo per le dilatazioni termiche.
Saluti.
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Re: Supporto viti

Messaggio da exxon » lunedì 18 agosto 2014, 15:23

Grazie tomas.

Un paio di appunti sulla tua risposta che forse possono rendere più chiaro il contesto.

La molla a tazza in figura 1 fornisce un carico che è circa una volta e mezzo la massima reazione assiale che si ha sulla vite per effetto dei vari sforzi imposti al pezzo. In pratica è calcolata per non ammettere gioco in condizioni di lavoro normale.

Il progetto della figura 2 utilizza una molla tipo ISO10243 con 11.4 mm di precarico a 388 N/mm di reazione. Un allungamento dell'albero anche fosse di un millimetro (cosa ovviamente assurda) ridurrebbe il precarico di meno del 10%.

Le dilatazioni termiche avrebbero per inciso un effetto maggiore sulla versione di figura 1, dove il k della molla è molto maggiore.

Ti ringrazio comunque degli appunti: è esattamente quello che cerco per verificare di non aver preso una qualche cantonata passata inosservata.

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