La capanna dello zio landyandy

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La capanna dello zio landyandy

Messaggio da landyandy » domenica 12 dicembre 2010, 0:34

Premetto che questo post sara' piuttosto lungo e suddiviso in piu' post. Spero di non incappare nelle ire dei mod a causa delle eccessive foto iserite.Se ci dovessero essere problemi me lo dite e modifico.

Buona lettura.

PREMESSA!

Leggo il forum da un po' e ho visto postazioni di lavoro di tutti i tipi, da quelle lussureggianti ultra attrezzate grandi come campi di calcio, a quelle un po' adattate magari messe in un sotto scala e con l'attrezzatura che cresce piano piano e con grandi sforzi.
In entrambi i casi, quello che porta avanti tutto e' sempre la stessa cosa, la passione.Questa singola parola racchiude dentro di se un significato profondo, significa soffrire, provare, sopportare o patire.Ci si riferisce ad un'emozione che è più forte di noi, che in un certo senso si subisce, ma per quanto razionalizzata è impossibile sfuggirvi. (un po' scopiazzato da wikipedia :badgrin: )

Con questo voglio dire che ogni ambiente racchiude un po' della nostra personalita' cioe' il carattere magari copulsivo oppure riflessivo, disordinato, calcolatore ecc ecc. che e' dentro di noi.
L'importante e' comunque colmare quel profondo desiderio di conoscenza e curiosita' che da sempre ci portiamo addosso.

LET'S GO!!

Come da titolo anche il buon giovane landyandy ha il suo personalissimo laboratorio.

La storia di questa nascita e' di antiche origini.

Comincierei con il dire che le prime fondamenta risalgono a circa una quindicina d'anni fa quando naque l'esigenza di avere un pratico vano dove riporre tutti gli oggetti piu' disparati, dagli attrezzi da giardino a alle vernici, dai componenti elettronici ai ricambi per auto, passando per le biciclette fino ai vecchi PC compresi stampanti, scanner, e tutti gli oggetti che racimolavo in giro, insomma tutto quello che oramai nella soffitta non entrava piu' :-))

Il posto era diventato talmente inagibile che oramai qualsiasi cosa volessimo infilare li dentro, semplicemente ce la buttavamo e se per puro caso qualcuno in famiglia era intenzionato a riprendersi qualcosa......bè apriti cielo.

Come in tutte le cose, è quasi sempre il fato che decide il nostro futuro e in questo caso, è bastato che un giorno d'estate, mio padre decidesse di riprendere la sua bicicletta, per cambiare le sorti.
Sopra il sellino erano appoggiati in bilico un paio di bilancieri da allenamento, sul manubrio non ricordo quante buste piene di non so' cosa, erano penzolanti, le gomme erano a terra e sul porta pacchi posteriore c'era una stampante che appoggiai io tempo prima.
Gli bastò alzare appena la stampante dal portapacchi per squilibrare appena la bici.

Nel giro di due secondi tutto cambio!

I bilancieri che stavano sul sellino precipitarono a terra, ANZI, più che a terra direi su uno dei due piedi di mio padre.
Tralasciando i minuti successivi che furono un mix di blasfemia uniti a strilli e quant'altro, si decise all'unisono che la baracca sarebbe dovuta essere rasa al suolo.
Scherzo :-))) in realta' lo spazio doveva essere riconvertito o perlomeno rivalutato.

Come nelle storie piu' tristi, si decise per buttare tutto quello che in almeno cinque anni non era stato toccato e provare a trasformare lo spazio residuo in una piccola officina.
Quest'idea aveva il vantaggio di creare finalmente uno spazio di lavoro che mi avrebbe permesso di cimentarmi nel mio hobby preferito che e' la smanettografia che altro non è che l'abilita' di smontare un'oggetto perfettamente funzionante e costruirne, con gli stessi componenti, due o addirittura tre oggetti vari, assolutamente NON funzionanti :-)

Ovviamente quelli erano i tempi in cui andavo a scuola e avevo tanta teoria in testa ma poca pratica :-( e l'idea di avere un posto tutto per me (quasi) dove smanettare, mi appassiono' non poco.

OK questa e' la storia.

Purtroppo non ho materiale video per documentare lo scempio descritto, (forse qualche registrazione degli strilli di mio padre).
Quello che mi rimane sono alcuni video e un po' di foto del post-olocausto, quando cioe' oramai la baracca aveva gia l'aspetto di una officina.

Comincerei con il postare appunto un po' di foto di repertorio che danno l'dea di com'era qualche anno fa:

La casetta si trova immersa nel verde del mio giardino, nascosta agli occhi indiscreti dei vicini e dei possibili curiosi :-)
00a - Vista dalla sala casetta tra le piante.jpg
00b - vista ingresso dal giardino.jpg
L'aspetto esterno non e' granchè e attualmente sto pensando di apportare delle modifiche che lo renderebbero anche piu' gradevole alla vista.
Un qualcosa che si possa adattare all'ambiente e richiami i colori del giardino.....mumble mumble.....fino all'estate prossima non se ne parla comunque.

Cosi' si presentava la porta d'ingresso.
Una classica doppia anta ad apertura totale verso l'esterno.
01 - porta originale.jpg
02 - porta continua.jpg
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Re: La capanna dello zio landyandy

Messaggio da landyandy » domenica 12 dicembre 2010, 0:37

Avventurandoci nei meandri degli interni si puo' meglio comprendere la situazione del tempo.
03 - vecchio bancone elettronico.jpg
03a - vecchio bancone meccanica.jpg
06 - vecchio labo schede sparse.jpg
07 - vecchio bancone continua.jpg
08 - Dettaglio umano.jpg
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Re: La capanna dello zio landyandy

Messaggio da landyandy » domenica 12 dicembre 2010, 0:41

09 - zona destra.jpg
10 - bancone e scaffali.jpg
11 - scaffali destri.jpg
I banconi erano praticamente due, uno per i lavori piu' sporchi e l'altro per quelli che riguardavano l'elettronica ed in generale meno soggetti a fatica fisica :-))
13 - vecchio bancone.jpg
PERFETTO!!!

Con il tempo la passione per lo smanettamento e' rimasta e, di pari passo, sono aumentate le esigenze.

Oggi grazie a Dio ho un lavoro e finalmente non vado piu' per cassette dell'immondizia a racimolare oggetti :) nel tentativo di lurcare cose che gli altri avevano generosamente buttato.
Quando vedevo dei monitor oppure dei frigoriferi, solo per fare un esempio, la mia vista si annebbiava dalla gioia e armato di bicicletta e carrellino, con la collabborazione di qualche mio amico, facevo piazza pulita in men che non si dica :-)

Vabbe', tutto fa esperienza e anche quella e' piu' o meno, parte del bagaglio culturale di una persona.


....Torniamo a noi, circa un paio di mesetti fa decisi di sbaraccare tutto e dare una rimodernata ulteriore.
Non sapevo bene come organizzare la cosa, l'unica vera priorita' era quella di vedere un po' di ordine sparso e la possibilita' di muovermi comodamente all'interno di uno spazio che in fin dei conti non era grandissimo.

Infatti l'area della casetta e' di circa 13Mq divisi in circa 5 metri di lunghezza e 2,5 di larghezza per circa 2,5 di altezza.
Atra priorita' era l'eliminazione di ogni forma di vita all'infuori di me all'interno dello spazio abitativo.

Non che volessi ammazzare nessuno, pero' evitare l'accesso a qualsiasi tipo di animaletto era diventato una fobia.

Non dimentichero' mai la volta che per accendere l'interruttore della luce, non vidi che era presidiato da un dannatissimo scorpione che per poco non stava per pizzicarmi.
Purtroppo al tempo, l'interruttore si trovava a meta' strada e se fuori era buio, praticamente l'accensione avveniva ad istinto.
Fortunatamente c'era un po' di luce ed intravidi qualcosa di anomalo sull'interruttore e ci puntai la luce del cellulare.

Brrrrrr

Da quella volta ho avuto il terrore di entrare dentro la casetta di notte.
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Re: La capanna dello zio landyandy

Messaggio da landyandy » domenica 12 dicembre 2010, 0:47

Dopo aver riletto un po' la storia, passiamo a quello che e' diventato o meglio sta diventando oggi.

La prima cosa e' stata quella di chiamare il mio muratore di fiducia, il mitico Armando, che insieme al suo socio mi hanno tappezzato l'intero perimetro di un buon materiale isolante termico e piazzato un bel pavimento al posto del bruttissimo cemento grezzo che c'era prima.

L'isolamento delle pareti e' suddiviso in lastra da 4Cm di polistirene bianco, sovrastato da una lastra di fibrogesso da 2Cm per rendere la superficie liscia e gradevole.

Ricordo che il fibrogesso e' un materiale adatto all'utilizzo dei cappotti esterni delle abitazioni che oltre alla sua robustezza e' anche ignifugo fino ad una certa temperatura, idrorepellente e di facile lavorazione visto che come il carton gesso, si taglia con un taglierino.

Per quanto riguarda il tetto, purtroppo non ricordo il nome, comunque sono 5 Cm di materiale di color rosa, impermeabile ed altamente denso.

Come ho detto la piastrellatura invece e' un classico color rosato con venature grigie.

Questa e' la foto del vecchio pavimento grezzo di cemento.
04 - smantellamento labo.JPG
E queste le mattonelle nuove.
05 - Mattonelle nuove.JPG
Perimetratura di isolante termico.
17 - Parete fibrogesso SX.jpg
18 - Dettaglio stucco tra pannelli fibrogesso.jpg
20 - vista pannelli grezzi front e SX.jpg

OK, per oggi mi fermo qui, nel frattempo aggiusto un po' di materiale e appena posso, vado di news.


saluti idrorepellenti
landyandy
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Re: La capanna dello zio landyandy

Messaggio da Cesarino » domenica 12 dicembre 2010, 10:01

Che dire... dalla baracca ex rimessa auto a "little paradise" ma credo che tu abbia qualcosa in serbo... cerca di non farci aspettare troppo... =D>
Fa' più rumore un albero che cade che una foresta che cresce.

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Re: La capanna dello zio landyandy

Messaggio da landyandy » domenica 12 dicembre 2010, 18:00

Grazie Cesarino, in effetti il lavoro e' stato decisamente intrigante considera poi il fatto che una volta che il muratore mi ha piazzato l'isolante, se n'e' andato e da quel momento in poi tutto e' stato fatto "di mano mia".E quando dico di mano mia indico che io e l'edilizia siamo due settori opposti e di nome e di segno :mrgreen:

OK andiamo avanti.

Come avevo anticipato sopra, oltre ad inserire un buon isolamento termico interno, era necessario inibire l'accesso ad animaletti vari.

la logica e' stata questa:

Isolare ermeticamente l'accesso esterno tramite una scarpettina di cemento
di circa una decina di centimetri con ulteriore colata di gomma siliconica edilizia, resistente agli agenti atmosferici, posta sulla base perimetrale della casetta.
116 - Gomma siliconica lato dx.JPG
Il risultato e' che anche le tranquillissime lumachine che prima entravano dappertutto, adesso......si attaccano :-)
115 - Animaletto rimasto fuori.JPG
La porta
che e' sempre stata una cosiddetta "croce" in quanto le battute non essendo perfettamente allineate, lasciavano passare di tutto, dall'acqua all'aria, (fredda d'inverno), dalle foglioline ai sempre presenti animaletti.

C'era anche da considerare la dilatazione termica inverno/estate che portava a chiudere la porta facilmente l'inverno e forzata d'estate.

Ho ridato una specie di molata a tutti i profili zincati fino a rendere la porta fluida nel chiudersi e ho poi provveduto ad installare dei profili di battuta in alluminio che mi bloccassero l'accesso agli agenti atmosferici oltre a donare un aspetto piu' gradevole a tutta la porta.
Il blocco inferiore e' costituito da un profilo ad L, avvitato ad uno scatolato parallelepipedeo, il tutto sigillato e avvitato per mezzo di viti da 4 con dado in opposizione.
Sempre il tutto, e' stato fortemente ancorato tramite viti autoforanti a ferro ed ulteriore sigillante, sopra la battuta di ferro zincato dell'intelaiatura della porta.
'alto.jpg
118 - Battuta porta inferiore vista lato.JPG
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Re: La capanna dello zio landyandy

Messaggio da landyandy » domenica 12 dicembre 2010, 18:18

Nella parte superiore invece e' bastato ancorare un profilo piatto da 2,5Cm su tutto il montante superiore.
119 - Battuta porta superiore interno.JPG
120 - Battuta porta superiore esterno.JPG
Come tocco finale ho incollato una striscia di antispiffero in gomma, quello che in generale si usa per inibire l'accesso dell'aria nei portoni di casa.
Ho fatto in modo di incollare la striscia direttamente sulla porta in modo da evitare che con il passaggio dei piedi, la gomma tenda ad imbruttirsi e a strapparsi.
Quello che mi rimane da capire e' se le escursioni termiche, nel tempo tendano ad auto-degradare il materiale.
booh!!! speriamo bene.

A questo punto e' necessario fare una piccola disgressione.

Questo spazio, piu' che essere un'officina, ha come scopo fondamentale, quello di essere piu' che altro un laboratorio elettronico.

Nel tempo pero' ho imparato che, per evitare di rompere le scatole sempre agli amici, che comunque si facevano pagare lo stesso (begli amici che sono :mrgreen: ), era meglio dotarsi di una minima attrezzatura che mi avrebbe permesso una certa liberta' di lavorazioni almeno basilare.

Quindi un tornietto, un trapano a colonna, una sega a nastro e altri piccoli attrezzini, si sono resi necessari come integrazione ai lavoretti che faccio.

Il grande difetto di questi macchinari e' che (purtroppo) non possono fare a meno di emettere sporco #-o :mrgreen:
Anche qui si e' reso necessario adottare una metodologia scrupolosa, affinche si limitasse lo sporco quanto piu' possibile.

Le macchine piu' polverose come la mola a banco, la sega a nastro, la troncatrice, il compressore (per il rumore), sarebbero state posizionate all'esterno della baracca, mentre il tornio, (che non puo' stare fuori), la colonna e in futuro magari qualche altra macchinina, sarebbero rimaste dentro.

Tutta questa manfrina per dire che comunque sia, le poche macchine che sarebbero rimaste dentro, avrebbero rischiato nel tempo di sporcare le pareti a causa di inevitabili schizzi che possono fuoriuscire con conseguenze abbastanza immaginabili.

Riallacciandomi quindi al discorso fatto sopra, era necessario utilizzare dei materiali di rivestimento che mi avrebbero permesso una facile pulitura in caso di eventuali schizzi molesti.

......quindi dopo aver tappato gli spifferi della porta, si e' reso necessario impermeabilizzare e coprire lo strato di polistirene che vi era stato fissato dal bravo Armando :lol:
Infatti la porta e' stato l'unico elemento a non essere stato ricoperto di fibro-gesso, in quanto avrebbe appesantito un po' troppo le piccole cerniere di cui e' dotato.

Che fare.......mumble mumle.

Ricordavo di avere da qualche parte delle piccole lastre di "polionda".
Un materiale bello, leggero, impermeabile e di facile utilizzo.
128 - Polionda.jpg
Dopo un po' di prove e riprove e' uscito fuori questo:
15 - Porta anta destra.jpg
21 - Anta sx.jpg
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Re: La capanna dello zio landyandy

Messaggio da landyandy » domenica 12 dicembre 2010, 18:25

125 - Dettaglio anta sx interna finita.JPG
126 - Dettaglio interno porta.JPG
A cui ho poi provveduto ad installare una bella maniglietta interna, visto che in origine ne era sprovvista :-(
127 - Maniglia interna porta.JPG
Terminato il discorso porta e' venuto il momento di bloccare un'altra possibile via d'accesso indesiderata: le grondaie.

Infatti, questa casetta ha il tetto ondulato che viene praticamente appoggiato all'intelaiatura esterna, quindi l'acqua scivola sulle grondaie e non entra dentro ma invece l'aria filtra attraverso una serie di fessure che purtroppo ho dovuto sopportare per troppo tempo :evil:

La soluzione e' stata facile e poco dispendiosa.

E' bastato riempire ogni sigolo buco, (circa 100 #-o ), di polistirene verso l'esterno e stuccare il tutto verso l'interno:
122 - Canale scolo grondaia.JPG
123 - Stuccatura e polistirene su buchi.JPG
A questo punto potrei dire concluso l'argomento isolamento esterno/interno.

Successivamente verra' apportata una modifica strutturale al basamento di cemento tale da ospitare le future macchine polverose che accennavo prima.


Anche per oggi mi fermo qui sperando di aver creato un po' di curiosita' agli eventuai lettori.

saluti isolanti
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Re: La capanna dello zio landyandy

Messaggio da TeO! » domenica 12 dicembre 2010, 22:07

Ci vuole una bella stufa per l'inverno :)....

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Re: La capanna dello zio landyandy

Messaggio da landyandy » lunedì 13 dicembre 2010, 21:19

ahh la stufa non puo' mancare ed e' stato un aquisto inevitabile.
Il vantaggio rispetto a prima e' che adesso la temperatura scende molto meno velocemente.

Giusto per curiosita' c'e' qualcuno che e' riuscito a leggere tutto il post??? :mrgreen: :mrgreen:

domani e' giorno di update

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Re: La capanna dello zio landyandy

Messaggio da captain Kevin » lunedì 13 dicembre 2010, 21:36

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Re: La capanna dello zio landyandy

Messaggio da Mariomill » lunedì 13 dicembre 2010, 21:51

Curiosità  per curiosità  la mia era quella di vedere che tipo di lavoro stavi facendo =D> =D> =D>
e quindi ho letto tutto il post ma ora stiamo aspettando le nuove info .
Datti una mossa che non si può mica stare ad aspettare troppo altrimenti ci tocca
rileggere tutto il post dall'inizio :lol: :lol: :lol:
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Re: La capanna dello zio landyandy

Messaggio da cima96 » lunedì 13 dicembre 2010, 22:57

Giusto per curiosita' c'e' qualcuno che e' riuscito a leggere tutto il post??? :mrgreen: :mrgreen:

Ioooooo, mi piace osservare questi reportage con calma senza dover guardare le immagini e poi tornare su con la rotellina per vederne la descrizione. :mrgreen:
Comunque complimenti per il laboratorio meccatronico (parolone) che ti sei creato col tempo =D> .

P.S. Definizione di meccatronica (per chi, come me #-o :D , è un po' povero nel lessico): La meccatronica è la scienza che studia il modo di far interagire tre discipline, quali la meccanica, l'elettronica, e l'informatica al fine di automatizzare i sistemi di produzione semplificando il lavoro umano.
Il mio "parco macchine": Tornio Vernier TV280 (sotto i ferri fino a data da destinarsi), Fresatrice Aciera F1, Trapano da banco Felisatti, Affilabulini Deckel S0, Pantografo 3D Parpas PT 11

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Re: La capanna dello zio landyandy

Messaggio da mr_X » martedì 14 dicembre 2010, 10:13

complimentoni....con calma e pazienza....si fa tutto...

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Re: La capanna dello zio landyandy

Messaggio da landyandy » martedì 14 dicembre 2010, 21:25

Grazie per i feed ragazzi =D>

............Torniamo a noi

Rileggendo il post precedente mi sono accorto di aver dimenticato di accennare all'isolamento del soffitto o meglio del tetto.
Esso non e' altro che un ondulato zincato di 1mm e niente piu'.

D'inverno, soltanto a guardarlo fa venire freddo tanto e' sottile e quando viene giu' la pioggia, il rumore prodotto e' simile a quello di una cascata tipo Niagara.
D'estate invece era come per un uovo entrare in una pentola d'acqua bollente.

Il fatto e', che non avendo ombre limitrofe, i raggi solari, per tutto il periodo estivo che va dalle 10 di mattino alle 6 di sera,
vengono inesorabilmente raccolti dal tetto e trasmessi all'interno della baracca, con temperature che tranquillamente raggiungevano i 40 gradi nei momenti di picco.

Attualmente ho posto rimedio incastrando dei pannelloni di isolante da 5Cm di spessore che partono dalla base del tetto fino a ricongiungersi all'estremita' opposta fino a toccare la traversa centrale.
129 - Isolamento interno tetto.JPG
130 - Innesti pannelli tramite profilo.JPG
E' assolutamente fondamentale NON praticare fori sul tetto, per evitare tutta una serie di problematiche che potrebbero insorgere nel tempo,
primo fra tutte la difficolta' di comprendere, nell'immediato, la presenza di eventuali infiltrazioni d'acqua che solo una volta raggiunto un livello critico
si riuscirebbero a percepire ma a quel punto significa che gia tutte le pareti laterali sono zuppe.
......quindi, per fissarli abbiamo utilizzato un profilo apposito, che ha la capacita' di adattarsi al tipo di angolo a cui si dovra' inserire e a quel punto gli unici fori di fissaggio sono stati praticati sulla parete verticale che e' coperta dalla grondaia.
131 - Profilo per pannelli tetto.JPG
L'impianto elettrico

Il passo successivo e' stato quello di progettare un impiantino elettrico che desse una certa soddisfazione.
Nulla di trascendentale ne tantomeno complicato.
Era mio interesse quello di coniugare una buona sicurezza, una certa versatilita', una possibile espandibilita' e un occhio al portafoglio che non guasta mai.

Ora senza scendare troppo nei particolari tecnici che bene o male sono noti a tutti qui sul forum,
direi che e' innanzi tutto un impianto a vista, quindi il classico metodo della canalina tubolare che a seconda del numero di fili che lo interessavano e' stato dimensionato con misure da 16 o 20 di diametro.

Come quadro principale, ho scelto una scatola a 5 alloggi in cui si avra' la seguente disposizione:

un doppio vano per il termico/differenziale
un singolo per le prese (P1)
un singolo per le luci interne (L1)
un singolo per le luci esterne che faranno capo alla zona macchine polverose accennato sopra :-)
132 - quadro elettrico.JPG
P.S. Attualmente manca la linea per le luci esterne perche' in realta' il lavoro di muratura non e' ancora iniziato a causa della brutta stagione che mi ha impedito di proseguire, quindi questa parte sara' reintegrata in futuro.

Tutti gli interruttori sono da 16A con sensibilita' 30mA, cosi' da renderlo omogeneo a quello di casa.

Il cavo generale e' da 2,5mq con una lunghezza diretta al contatore principale, di circa una ventina di metri lineari.

Il picchetto di terra ho usato quello dell'impianto di casa che si trova a circa due metri dalla casetta.

Tutte le porte, finestra, pareti e banconi, sono state ulteriormente collegate a massa tramite cavo elettrico fissato con occhielli tipo faston.

La casetta prevede una luce esterna sopra l'ingresso, escludibile esclusivamente dal generale per ovvi motivi di praticita'.
Essa infatti e' attivabile tramite deviatore, da una zona vicino il portone di casa e disattivabile da un'altro deviatore posto all'interno della casetta.

Questo si rende necessario durante i lavori in notturna, permettendomi l'accensione da una zona luminosa (l'uscita dal portone di casa) e facilitando il percorso evitando cosi' di non farmi pizzicare dagli scorpioni. ( chi ha letto tutto ricordera' l'aneddoto? :-) ndr)
Solo a causa di eventuali problemi, la luce e' appunto disattivabile completamente tramite generale, posto sul quadro interno del laboratorio.

Ho dislocato dei punti di alimentazione, in maniera un po' coerente ( :D ) cioe' evitando di riempire di scatole senza una reale necessita', lasciando ad un'eventuale update se si rendesse necessario un'aggiunta futura.

5 scatole di derivazione e 4 porta frutti da tre, (totale 12 prese), e' tutto quello di cui attualmente si rendeva necessario.

Nello specifico:
tre prese erano riservate alle macchine,
una e' per il bancone elettrico, dove a sua volta e' munito di ulteriori multi-prese,
e gli altri sono disponibili per usi generici.

Inizialmente avevo pensato di sotto-sezionare l'impiato luci/prese ma poi mi sono reso conto che basta aggiungere un interruttore dedicato ad ogni neon, (ne sono solo due), per la loro esclusione in base all'uso.

Al contrario per l'impianto luci esterne, (quelle delle macchine) era necessario implementarne uno a parte.

Per le prese mi sono detto che era inutile suddividerlo in sotto-sezioni dato che una volta che son li, tanto vale alimentarle tutte indistintamente.

Carrellata di foto:

Dal contatore, passando per il giardino, arriva il filo generale.
23 - Entrata cavo elettrico da contatore.jpg
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