Per Pedro.
BEGIN OT {
Pedro ha scritto:Buon per te che avete la macchinetta del caffè nelle vicinanze
non è una battuta, io sono un fruitore di caffeina affezionato, mi piace quando il dispensatore di caffè + vicino
Allora c'è più di una cosa che ci accomuna: sono anch'io un irrecuperabile caffeinomane.
Di macchine per il caffè vicine, non ne abbiamo una, ma decine di migliaia (dato che le produciamo).
Progettarla è stato uno dei lavori più "allegri" mi siano mai capitati. Il cliente mi ha trasferito una marea di informazioni su come il caffè debba essere fatto e nel loro stabilimento ho conosciuto gli esperti assaggiatori con i quali abbiamo passato ore a discutere. Un vero mondo.
Durante i test della nuova macchina in azienda eravamo tutti nervosissimi: non per l'attesa del risultato, ma per tutti i caffè che avevamo dovuto assaggiare durante il test!
} OT END
Per Franco99
Franco99 ha scritto:Meno della metà è esagerato
Sono rientrato da un fine settimana passato a Hong Kong con il mio collega elettronico e, da malati di lavoro, invece di andare in giro a disturbare le bellezze locali siamo stati seduti in riva al mare parlare di alimentatori.
Abbiamo guardato quella pagina della Hammond che, faranno anche trasformatori dal 1927, ma sembrano allergici all'elettrotecnica: vedi ad esempio il primo schema nel quale ci sono tre componenti in serie, una sola maglia e secondo loro ci sono correnti diverse in gioco. Con un po' di fantasia si riesce ad intravedere che intendono la stessa corrente con due diverse metodologie di misura, ma comunque quella pagina non è un bell'esempio di formalità scientifica. Mi riprometto di trovare qualcosa di più adatto non appena mi ritaglio il tempo.
Comunque, interpretando, ci sono interessanti spunti anche qui: Prima di tutto prendiamo in esame il circuito e le formule del "FULLWAVE BRIDGE Capacitor Input Load" (che è quello al quale dobbiamo fare riferimento per il progetto di progress). Vediamo che indicano come corrente DC 0.62 volte la corrente AC. Questo, in condizioni ottimali, è vero. Vediamo come questo si ripercuote nello sfruttamento del trasformatore.
Fatta R la resistenza del secondario, la potenza dissipata con carico sinusoidale (puramente resistivo) è
Pd = R I^2
ed è il fattore limitante lo sfruttamento del trasformatore. Nel caso dell'alimentatore si ha
I' = (1/0.62) I
Pd' = R (1/0.62)^2 I^2 = Pd (1/0.62)^2
Per restare all'interno del limite di dissipazione si avrà
I* = I (1/0.62)^2 = 0.38 I
Ovvero la corrente di uscita potrà essere al massimo 0.38 volte quella che si ha con il carico resistivo. Bisogna tenere conto però che la tensione di uscita è maggiore (pari al valore di picco) e quindi la potenza di uscita sarà
P* = 0.38 I 1.4 V = 0.53 P
Come vedi, nella condizione ottimale si ottiene un fattore 0.53. Se consideriamo le non idealità e le perdite dei diodi si scende sotto la metà, come ti dicevo (e mi avevano spiegato) sopra.
Franco99 ha scritto:con semplici accorgimenti nel filtro si può limitare questo effetto.
Questa parte è molto interessante in quanto apre una discussione più filosofica che tecnica. Quello da te citato (FULLWAVE BRIDGE Choke Input Load) è un filtro a "L" con un'induttanza, simile al Pi-greco di cui dicevo a Pedro. E' una soluzione che era praticamente un "must" su tutti gli alimentatori del secolo scorso. Ottiene effettivamente quei risultati in quanto trasforma la corrente impulsiva assorbita dai condensatori in una corrente praticamente sinusoidale al trasformatore.
Perché dicevo "filosofica"? Perché questo circuito permette il pieno sfruttamento del trasformatore al costo di un induttore che è praticamente delle stesse dimensioni, peso e costo. Morale della favola? Si sfrutta sempre al 50% ciò che si è messo all'interno dell'alimentatore. Io lo trovo "rassicurante": mostra che alla fine, l'entropia è sempre quella...
Esistono delle trovate più recenti, prima fra tutte la "valley fill technic" che con alcuni acorgimenti (veramente geniali) migliora la situazione senza richiedere induttori giganteschi. Noi la utilizziamo correntemente. In rete si trova (poca) documentazione al riguardo.
Per progress.
progress ha scritto:Non capisco perchè rilevo 72VDC all'uscita dei condensatori quando da calcolo (secondo indicazioni sul forum) dovrei averne circa 68V.
Se fai i calcoli con la formula che ho inserito io, vedi che ottieni esattamente quella tensione. Inoltre, come hai detto tu stesso, non ha molto senso dire "ho ottenuto 72 V", se non indichi anche a quanto era la tensione di rete. Ricorda che l'uscita varia in modo direttamente proporzionale all'ingresso.
Prima di modificare il trasformatore, verifica bene tutti i fattori e prendi i dovuti margini di sicurezza: ho come l'impressione che 48 V sia ancora alto. Puoi postare il link al datasheet del driver? Così faccio fare una verifica anche qui.
Per Zebrauno (ma anche per progress).
Nel brainstorming avuto con l'elettronico, forse a causa anche della tanta birra che stava scorrendo, è uscita una possibile soluzione che dovrebbe limitare, se non eliminare il problema della perdita di coppia dovuta ai cali della tensione di bus quando si alimentano più driver insieme.
In pratica si dovrebbe utilizzare una coppia "ponte + condensatore" per ogni driver. Questo porterebbe molti vantaggi, tra cui:
1) L'isolamento delle varie alimentazioni è intrinseco e non richiede ulteriori diodi.
2) La dissipazione è ridotta.
3) E' possibile installare le capacità nelle immediate vicinanze dei driver, riducendo l'induttanza parassita dei collegamenti e aumentando in questo modo la capacità di coppia istantanea.
4) L'induttanza dei cavi a monte del ponte risulta a questo punto un vantaggio e non più uno svantaggio come invece era prima.
Volendo fare le cose alla grande, prima di ogni ponte si potrebbe inserire un'induttanza serie (vedi schema sopra discusso con Franco99), migliorando anche lo sfruttamento del trasformatore ed isolando ancora di più i driver tra loro.
Adesso è meglio se mi metto a lavorare anch'io...