Beh, jonny non è proprio così... la brunitura è una protezione dalla ruggine piuttosto blanda e delicata. Non è una cromatura, una zincatura o una verniciatura. Se vogliamo potremmo dire che la brunitura va bene per l'officina (all'interno e al riparo da pioggia e umidità ) e gli altri trattamenti vanno bene per l'esteno, la pioggia, l'ambiente salino ecc. La brunitura ha il vantaggio enorme di non deformare il pezzo, ne aggiungere spessore, è un trattamento che modifica e scurisce soltanto uno strato di cristalli superficiali del metallo ma non toglie ne aggiunge nulla. Lo svantaggio è che bisogna tenere sempre oleato il pezzo, altrimenti la ruggine ha la meglio e lo attacca inesorabilmente. Il trattamento di brunitura prende il nome dal fatto che il pezzo diventa "bruno" (significa il contrario di "biondo"... un modo antico di parlare...), ma nella realtà i procedimenti per brunire l'acciaio sono svariati. Il metodo che uso io e di cui parliamo in questo post è ampiamente descritto in questo forum e va fatto a caldo con l'aiuto di alcuni composti chimici. Ma esiste un modo semplicissimo conosciuto dalla notte dei tempi, ed è il semplice riscaldamento alla fiamma del pezzo. Questa procedura ha il pregio di poter ottenere non solo il "bruno" (nero), ma anche una svariata gamma di colorazioni, tutte naturali e durature. Il colore più conosciuto e diffuso è il blu. Ma ugualmente si può ottenere anche il giallo, l'arancio e il rosso. Chi lavora i metalli conosce benissimo questa proprietà dell'acciao e senza volerlo avrà prodotto le colorazioni semplicemente scaldando un pezzo durante la molatura, la saldatura, e qualsiasi altra operazione che genera calore. Per agganciarmi a quello che dici tu, direi che "il gioco è fatto" quando ci sono le condizioni per farlo! Ossia tu puoi riscaldare (ad esempio con una fiamma... fornello a gas, bunsen, cannello ossiacetilenico... ecc), ma il risultato dipenderà dai seguenti fattori: Tipo di acciaio, dimensione del pezzo, capacità di controllare la progressività di emissione del calore e sicuramente dall'esperienza e bravura dell'operatore. Ovviamente se io ho un forno da trattamenti faccio quello che voglio, ma con una fiamma libera è l'acciaio che fa quello che vuole. Perche? La risposta è semplice (come il trattamento), la colorazione varia all'aumento della somministrazione di calore, si comincia dai colori chiari (giallo) e si finisce con quelli scuri (nero), generalmente con un acciao povero di carbonio (quello che noi impropriamente chamiamo "ferro"), la colorazione compare attorno ai 200 gradi e varia molto rapidamente passando attravero tutti i colori via via più scuri fino al nero a 280-300 gradi. E' proprio la rapidità che spesso impedisce di "fermare il processo" dove vogliamo. Per i pezzi piccoli è impensabile anche solo provare... per pezzi di medio calibro andiamo un po' meglio, perchè la persistenza del colore è più lunga. Altro fattore è che la gamma dei colori è diversa per ogni tipo di acciaio, più aumenta il carbonio e più i colori sono belli e persistenti, ma le temperature sono più alte ed entrano nella fascia di temperature di rinvenimento e ricottura che rovinano le benifiche e le tempre, Se non ci sono particolari esigenze di colore una buona brunitura si può fare (con qualche esperimento prima), scaldando alla fiamma finchè si vedono apparire i colori, soprattutto il blu e poi gettare subito in olio. I pezzi escono belli scuri, ma vanno comunque mantenuti oleati.
Non so se ho reso un po' l'idea di questo tipo di procedure, ma se uno è interessato lo invito a sperimentare e a... non scoraggiarsi ai primi pessimi risultati. Io, dopo alcune prove, ho ottenuto un bei blu e anche il rosso...
Tu mi dirai; ma perchè allora rompersi tanto le scatole con la soda caustica e altre porcherie se scaldando naturalmente il ferro semplicemente con la fiamma si ottiene "lo stesso risultato"?
Ecco appunto... non si ottiene lo stesso risultato. La brunitura alla fiamma semplice è davvero delicata e leggerissima e se non "immersa costantemente in olio" ancor più propensa alla ruggine del pezzo prima del trattamento. Le bruniture chimiche invece sono molto più durature, profonde (nello spessore) e più resistenti ai graffi. Tra le bruniture chimiche, poi, quella a caldo è migliore rispetto a quella a freddo, anche se quest'ultima per il basso costo è divenuta la più diffusa sul mercato. Matteou ha poi ragione nel ricordare che se si sbaglia temperatura (generalmente sopra i 300 gradi) si rischia di cambiare lo stato tecnologico del pezzo. Ad esempio stemprare una molla che diventerà fil di ferro comune e quindi da buttare! Ok?
