MEQ - CNC a tre assi in quarzo epossidico.

Sezione dedicata alla tua CNC: Costruzione, descrizione, foto, accorgimenti ed errori di progettazione.
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Re: MEQ - CNC a tre assi in quarzo epossidico.

Messaggio da overlights » sabato 22 settembre 2012, 15:53

Ragazzi, grazie a tutti!

dany-dm, non ho ancora escluso la possibilità  di realizzare il gruppo Z in acciaio-EQ, ma già  adesso so che non sarebbe ne semplice, ne economico, ne veloce.
Valuterò un attimo le due possibilità , poi prenderò una decisione.

Garkoll, vorrei fare in EQ anche il piano mobile, come le cave realizzate da stampo. Opportuni inserti filettati ciechi annegati nell'EQ, serviranno per il fissaggio delle lastre in acciaio che completano la parte superiore del piano.

Graziano, ho dato un'idea un'idea dei costi dell'impasto nel primo intervento.
Poi come mostrato nell'esploso, la macchina si compone di cinque blocchi. Base, Gantry, spalle e piano mobile. Realizzarla in un blocco solo richiederebbe uno stampo decisamente più complesso e si perderebbe la possibilità  di riprendere con precisione i supporti di tutti gli assi, dato lo spazio limitato. Come ricordi anche tu, a prescindere dalla precisione dello stampo, tutti i pezzi andranno ripresi nei punti che coinvolgono accoppiamenti e punti di fissaggio. L'unico modo per ottenere un certo grado di precisione.

Gli approcci possibili penso siano essenzialmente due. Realizzare i blocchi di EQ con stampi economici, oppure precisi.

- Stampo Economico - (5 parti separabili, in legno MDF o multistrato).
PRO: Non troppo complesso da realizzare anche con mezzi da hobbista. Relativamente leggero. Se lavorato bene (e "separato" meglio) permette di realizzare alcune copie, con costi di lavorazione più bassi possibile. CONTRO: Più delicato da maneggiare e preparare. Tendenzialmente meno rigido e più soggetto a deformazioni durante le fasi di stampaggio. Difficilmente permetterà  una precisione migliore di 0,5-1 mm e tutte le differenze di dis'allineamento andranno compensate con lavorazioni di fresatura secondarie più intensive che nel caso successivo.

- Stampo Preciso - (5 parti separabili, in metallo (alluminio o ferro).
PRO: Maggiore precisione del precedente (ma necessita comunque riprese secondarie). Più solido, robusto e adatto a produrre svariate copie. Da sufficiente a buona l'accuratezza di posizionamento di inserti e punti di ancoraggio. CONTRO: Più complesso e costoso da realizzare. Più pesante, movimentazione più complicata.

Sono ancora indeciso. Da un lato preferirei gli stampi in metallo per gli indubbi vantaggi, ma non mi dispiace nemmeno l'idea di farli in legno più "artigianalmente".
Qualunque soluzione scelga, dovrò comunque rivolgermi ad una officina meccanica (una di mia conoscenza) che a sua volta si appoggerebbe ad una carpenteria per alcune fasi di preparazione degli stampi in metallo. Non avendo rapporti privilegiati, nel migliore dei casi otterrò uno sconto. Scegliendo il legno, dovrei comunque farlo tagliare da un professionista, ma occupandomi personalmente del lavoro, il costo complessivo sarebbe 1/4 di quello con gli stampi in metallo.

Circa i consigli sull'armatura, mi riferisco sia al cosa che al come.
Suggerimenti sul tipo di elemento di ferro/acciaio da impiegare (tondini, reti, ecc) e come disporlo, anche tenuto conto dell'acciaio già  presente in forma di supporti di fissaggio per le guide, ed elementi di fissaggio della struttura.

Ad esempio (vista front) per armare la base ho previsto dei tondini diam. 10mm disposti paralleli all'asse X e perpendicolari ai supporti quadri delle guide di Y. Questi tondini attraversano quasi interamente la base, più o meno al centro rispetto all'altezza. Ora penso che sarebbe meglio abbassarli leggermente, in modo da farli lavorare per trazione (il punto debole dell'EQ) mentre la parte sovrastante in EQ lavora per compressione (l'ideale). Mi sono spiegato malissimo, ma spero sia comunque comprensibile.
Anche il gantry è già  parzialmente armato con i supporti quadri delle guide di X, ma potrebbe essere utile aggiungere un paio di barre anche nella parte posteriore (magari diametro 12-15 mm) per bilanciare meglio le parti in acciaio nel blocco di EQ. Circa le spalle ho solo qualche idea non estesa al 3D.

Se avete suggerimenti specifici su come armare, sarei curioso di sentirli.


_______
Saluti,
Marco

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Re: MEQ - CNC a tre assi in quarzo epossidico.

Messaggio da Zebrauno » sabato 22 settembre 2012, 16:53

Marco, progetto molto ambizioso e per questo attraente sotto ogni punto di vista perche' se il "colpo" ti riesce sarai in grado di fare passi da gigante casomai questa non si dimostrasse una cnc cosi' definitiva come pensi oggi. :wink:

Dal mio punto di osservazione il problema principale non sarebbe l'EG (se non riesci a calcolare la miscela perfetta puoi fare anche una decina di provini per capire le dosi con il miglior risultato), nemmeno le dilatazioni (si trovano sempre delle soluzioni in merito).

Quello di cui mi preoccuperei io sarebbe il posizionamento ed il riferimento nello spazio dei vari inserti filettati, di tutte le piastre a contatto con guide ed altri elementi e soprattutto fare questo in modo che ad assemblaggio finito (senza possibilita' di regolazione) i 3 assi si muovano in modo perfettamente ortogonale tra loro nel volume XYZ.

E' vero che spianerai tutte le facce metalliche per avere degli accoppiamenti finiti, ma non sara' facile lasciare tutta la responsabilita' degli allineamenti al solo lavoro di fresa e rettifica...

Il lavoro si presenta come una grandissima sfida negli stampi che dovrai realizzare, forse al posto dei classici inserti filettati potresti innestare dei tondi in acciaio, da forare e filettare direttamente con le stesse m.u. che lavoreranno le facce in tolleranza.
Idem per creare eventuali sedi per la spinatura.

Servirebbero dei tondi lavorati al tornio in modo da avere la superficie laterale scanalata a sezioni circolari parallele, per avere la massima aderenza anche in profondita' in modo da impegnare tutto lo spessore utile nel e.g, esattamente come si fa nelle colate in cemento per elementi prefabbricati da porre in post-compressione.

Rimango qui in attesa di mirabolanti progressi :D

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Re: MEQ - CNC a tre assi in quarzo epossidico.

Messaggio da overlights » domenica 23 settembre 2012, 14:14

Zebrauno, grazie!
Ma con definitiva mi riferivo più al progetto, che non ad una macchina "per la vita".
Dal suo punto di osservazione, Bat-Zebrauno vede sempre molto lontano...! :wink:

Si, sono d'accordo su tutto.
l'EQ non è un problema. Ho già  testato una mia formulazione/distribuzione che non mi sembra male, ma ultimamente ho approfondito 'argomento e aperto il ventaglio delle possibili formulazioni. Se qualcuno nel forum può organizzare dei test strutturali su dei provini (Walgri, mi senti? 8) ), potrei anche preparare appositamente dei campioni di ciascuna formulazione testata per confrontare metodi diversi di distribuzione. Dalla Curva di Fuller Thompson del 1907, a quella di Bolomey, al citatissimo De Larrard (sempre nella discussione su CNCzone) per il suo modello di impacchettamento comprimibile (Compressive packing model). Nel reply n° 1824 del 07.16.2007, ckelloug, uno dei moderatori di quel Thread, ha pubblicato una splendida e dettagliata spiegazione del lavoro di De Larrard (Explaning the De Larrard Packing Model). Prossimamente farò un intervento specifico sulla formulazione di EQ.

Il punto successivo (quello di cui ti preoccuperesti) è effettivamente cruciale. Se hai suggerimenti mirati o anche solo un'idea di come impostare i riferimenti in modo che ad assemblaggio finito tutto sia ortogonale (al di là  di possibili regolazioni), hai tutta la mia attenzione.

Gli inserti annegati (filettati o passanti) saranno tutti lavorati come dici, e avevo pensato che si potrebbe saldarli direttamente alle barre che fanno da battute agli accoppiamenti dei vari blocchi. In parte, anche l'armatura potrebbe essere saldata a questi elementi, ma in quel caso sarebbe forse meglio fare un trattamento di distensione prima di usarli. Penso sia comunque fondamentale mantenere il disaccoppiamento tra elementi strutturali e i punti di fissaggio dei movimenti lineari, per sfruttare al meglio le caratteristiche smorzanti dell'EQ.

Mirabolanti progressi, dici?
Citando Murphy: "Ogni situazione brutta è passibile di peggioramento".
... :D

_______
Saluti,
Marco

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Re: MEQ - CNC a tre assi in quarzo epossidico.

Messaggio da Mecnich » martedì 25 settembre 2012, 1:44

Ciao, seguo poco perchè sono veramente impegnato! sono curioso di vedere gli sviluppi!
In bocca al lupo!

Ciao

Luca

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Re: MEQ - CNC a tre assi in quarzo epossidico.

Messaggio da elsabz » mercoledì 26 settembre 2012, 10:39

Ciao, molto interessante questa discussione, complimenti, ti seguo con interesse :)
S.G.

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Re: MEQ - CNC a tre assi in quarzo epossidico.

Messaggio da overlights » martedì 9 ottobre 2012, 17:31

La mia esperienza con l'EQ ha avuto inizio la scorsa estate in un campeggio della Sardegna. Due settimane di lunghe "immersioni" nel Thread: "Epoxy-Granite machine bases" nel forum di CNCzone, senza dubbio la discussione più interessante e completa che abbia mai (parzialmente) letto. Nei mesi seguenti ho perseguito un progetto di cnc tradizionale ma ho comunque continuato a documentarmi sull'EQ. Ho cercato e trovato i materiali necessari e mi sono attrezzato per lavorarlo. I primi test li ho effettuati mesi fa, poi ho dovuto spostarmi su altro.
Ora tutto sembra convergere. :wink:

Faccio un conclusivo intervento sul quarzo epossidico, perché capisco la curiosità  per questo particolare materiale.
Poi mi concentrerò su armatura, accoppiamenti delle parti e strategie di lubrificazione delle chiocciole, per completare e chiudere il progetto al più presto... :doubt:

Appunti di lavorazione del quarzo epossidico.

La Teoria è semplice. Creare un impasto dove la resina sia solo il legante di una miscela di inerti di varie grandezze, strettamente compattati tra loro (similmente a quanto avviene nelle miscele di calcestruzzo, dove il legante è il cemento). Più bassa è la percentuale di resina rispetto agli inerti, più le caratteristiche meccaniche del manufatto si avvicineranno a quelle dell'inerte impiegato.

Esistono diversi studi sui modelli di distribuzione di inerti, ma il più conosciuto e diffuso è probabilmente la Curva di Fuller (Fuller - Thompson, 1907), una parabola di equazione: (p = 100*(d/D)) dove "P" è percentuale di inerte passante al setaccio, "d" il diametro di inerte più piccolo e "D", il diametro massimo. Ricavate le due curve principali che definiscono il diametro minimo e massimo di ciascuna frazione, si ottiene un arco che definisce il così detto "Fuso granulometrico" (la formula completa considera altre variabili, quì omesse per semplicità ). Il modello di Bolomey è simile a quello di Fuller, ma privilegia un miglior scorrimento dell'impasto a scapito della densità  di imballaggio. Nella discussione su CNCzone, ad un certo punto emerge un modello di distribuzione particolarmente interessante ed efficiente. Quello di Franà§ois de Larrard. Cameron Kellough, uno dei moderatori più attivi in quel post, ne parla lungamente.
A beneficio di tutti (e semplificando un po), traduco parte della splendida esposizione del modello di impacchettamento comprimibile di De Larrard, separato su due diversi interventi, ad opera di Cameron Kellough.

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Thread: Epoxy-Granite machine bases (was Polymer concrete frame?) - Post #1824 del 16/07/2007, 07:54 AM - ckelloug - Moderator
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Spiegazione del modello di impacchettamento di De Larrard.

I modelli per l'impacchettamento di miscele di particelle in cui la posizione di ciascuna particella è casuale, sono un argomento complicato. Ma impiegando il modello di De Larrard è possibile ottimizzare l'impacchettamento di inerti di qualunque forma o dimensione. Descrivo di seguito il metodo Apollonian, che considera il caso in cui tutti gli inerti hanno forma sferica e sono distribuiti come descritto. I risultati di base ottenuti fino ad ora, sono che la densità  di imballaggio in genere aumenta, incrementando il numero di frazioni granulometriche utilizzate e l'intervallo tra le dimensioni minime e massime. Semplificando il principio, si può dire che la teoria coinvolge sia la densità  di imballaggio teorica che quella effettiva e che tra loro sono diverse. La densità  teorica è chiama: "Virtual packing density" (densità  di imballaggio virtuale) ed è relativa al caso in cui i grani sono posti individualmente... (cita un documento non più disponibile) ...Questi studi dimostrano che la densità  di impacchettamento di sfere uguali disposte casualmente è circa il 71%.
Ricapitolando, un contenitore riempito con sfere di singola dimensione, idealmente raggiunge il 71% della densità . Realisticamente un valore leggermente inferiore, a seconda di come le sfere sono state disposte. De Larrard chiama questo valore: "Beta". Beta è compreso tra 0,61 e 0,66 per un inerte grezzo. Le sfere sono empiricamente una eccellente approssimazione per sabbia naturale e materiali intrinsecamente rotondi come le microsfere. Il passo successivo è valutare cosa accade in miscele di sfere di dimensioni diverse.

Immaginiamo di riempire un un grosso contenitore fino all'orlo con palle da tennis. Come descritto in precedenza, il volume effettivamente occupato sarà  al massimo il 71%. L'unico modo per occupare lo spazio restante è aggiungere sfere significativamente più piccole, che vadano a riempire i vuoti lasciati liberi dalle sfere più grandi. Anche in quel caso, la nuova dimensione di sfere potrà  occupare al massimo il 71%, del 29% di spazio libero rimasto. Sottraendo dal 29% di vuoto il 20,59% di spazio occupato dalle sfere più piccole, otteniamo un nuovo spazio vuoto residuo dell'8,41%. Considerando un numero infinito di frazioni di dimensioni progressivamente più piccole delle precedenti, la densità  teorica di imballaggio si avvicinerà  al 100%. Non la densità  effettiva (reale) perché particelle di dimensioni diverse possono interagire tra loro in modo tale da ridurre la densità  complessiva di imballaggio della miscela, rispetto alla densità  prevista dal modello virtuale.
Il modello considera due tipi di effetti:
- L'effetto muro (Wall effect), che si verifica quando particelle più grandi impediscono a quelle più piccole di occupare spazi che conseguentemente rimangono vuoti.
- L'effetto di allentamento (Loosening effect), che considera il caso in cui gruppi di particelle di piccola dimensione, occupando un certo spazio, inibiscono una ottimale distribuzione.
Infatti, come spiegato in precedenza, se un certo spazio contiene solo sfere di un'unica dimensione, la densità  massima di imballaggio in quel punto, sarà  del 71%.
Entrambi questi effetti vengono minimizzati quando le dimensioni delle particelle sono il più possibile diverse.
(Infine riassume la formula per calcolare il diametro di ciascuna frazione)
Se il diametro maggiore di inerte è "D", la dimensione più piccola è "d" e ci sono "n" dimensioni, la distribuzione ottimale avrà  D come frazione più grande (la prima), D*lambda come dimensione immediatamente più piccola (la seconda), D*lambda^2 (la terza) e via così fino all'ultima frazione, che sarà : D*lambda^n-1 (D per lambda, elevato alla n meno 1).
Lambda è uguale alla (n-1)esima radice di d/D.
La densità  virtuale di imballaggio si calcola con: 1-(1-Beta)^n, con Beta definito prima, ed "n", il numero di frazioni granulometriche impiegate.
La densità  reale sarà  invece: 1-(1-Beta/(1+n/K))^n, con la costante empirica "K" (dimostrata attraverso esperimenti) che può essere identificata con i seguenti valori:
K = 9 (colata + vibrazione + pressione di 1 PSI)
K = 4,75 (colata + vibrazione)
K = 4,1 (solo colata).

Riassumendo, i diametri dal più grande al più piccolo, sono:

D
D*lambda
D*lambda^2
D*lambda^n-1

lambda = (n-1)esima radice di d/D

Se D = 3mm, d = 0,001mm e n = 3, allora lambda sarà  di circa 0,07 e la distribuzione granulometrica sarà :

3,00mm
0,20mm
0,01mm


Se n = 10, allora:

3.00mm
1.23mm
0.51mm
0.21mm
0.085mm
0.035mm
0.014mm
0.0059mm
0.0024mm
0.0010mm

-----------------------------fine post CNCzone ---------------------------------


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Thread: Epoxy-Granite machine bases (was Polymer concrete frame?) - Post #1624 del 22/06/2007, 08:56 PM - ckelloug - Moderator
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Aggregare le conoscenze degli aggregati.

Introduzione alla Teoria di De Larrard.
Il primo capitolo del libro descrive un modello matematico per la previsione della densità  di imballaggio, testato con centinaia di modelli di impacchettamento, nell'arco di 12 anni di lavoro.
Il signor de Larrard è stato anche in grado di quantificare gli effetti derivanti da metodi di compattazione differenti, al punto da far corrispondere la densità  misurata di un dato mix con il suo modello, posto che sia stato lavorato correttamente. I passaggi utilizzati per convalidare questo modello sono stati pubblicati in dettaglio e sono stati utilizzati per mostrare gli effetti delle varie tecniche di progettazione di impacchettamento, utilizzate fin dai tempi antichi.

La cattiva notizia è che un Filosofo Greco di nome Apollonio di Perga, morto nel 190 a.C. è stata l'ultima persona ad avere una teoria sulla distribuzione e l'impacchettamento di inerti che abbia effettivamente prodotto la massima densità  di imballaggio. Tutti i successivi modelli di distribuzione degli aggregati (compresi quelli attuali) sono effettivamente dei passi indietro in termini di massima densità  di imballaggio, rispetto alle conoscenze tecnologiche disponibili nel 190 a.C. Monsiuer de Larrard descrive con piacere che quell'antico modello Greco è un caso molto simile al suo ben collaudato modello di impacchettamento.

1° Importante Risultato: La Curva di Fuller non è la risposta.
De Larrard dimostra che la regola di Fuller è la strategia di distribuzione granulometrica meno efficace tra quelle di uso comune. E' indietro del 7% rispetto a tutti gli altri modelli. Questo non sarebbe altro che una cenno Storico se non fosse per il fatto che un incremento del 7% della densità  di imballaggio porta ad un fattore 2 di miglioramento del modulo.
La massima densità  di imballaggio in un mix di Fuller ha dimostrato essere del 86,9%, mentre la densità  di imballaggio ottimale era stimata al 92,9%.
Il modello effettivo di De Larrard rimane entro l'1% di variazione rispetto a quello teorico, anche grazie a lavorazione con pressione prolungata e vibro compattazione, quando possibile.

2° Importante Risultato: La miscela ottimale.
Per una miscela in cui le dimensioni delle particelle variano di quattro ordini di grandezza - (con un range di 1 - 10 000), suddivisi in intervalli che vanno dal diametro più piccolo, seguito da 9 intervalli di diametro maggiore, secondo il logaritmo del diametro in *progressione geometrica - la miscela ottimale è del 13,6 % in volume per le frazioni minima e massima, e del 9,09% per ciascuno dei rimanenti otto intervalli (ciò corrisponde alla curva di distribuzione nella simulazione di De Larrard).

Dimensioni | Percentuale
0 – 1 | 13,6 %
1 – 2,78 | 9,09 %
2,78 – 7,74 | 9,09 %
7,74 – 21,54 | 9,09 %
21,54 – 59,94 | 9,09 %
59,94 – 166,8 | 9,09 %
166,8 – 464,1 | 9,09 %
464,1 – 1291 | 9,09 %
1291 – 3593 | 9,09 %
3593 – 10000 | 13,6 %


Questa è la migliore approssimazione della corretta curva granulometrica. Il Signor De Larrard precisa comunque che questa distribuzione è legata al valore di compattazione, stimato attraverso prove di laboratorio. A livello pratico è probabile che non sia necessaria una differenza così ampia nella dimensione degli inerti.

3° Importante Risultato: La miscela infallibile.
Uno dei maggiori problemi nella progettazione delle miscele è dovuta al fatto che inerti di dimensioni diverse possono separarsi durante la miscelazione e finire in differenti punti della miscela.
De Larrard chiama questo fenomeno: "Segregazione". La distribuzione che maggiormente previene questo fenomeno è quella le cui particelle variano oltre 4 ordini di grandezza e sono suddivise in 10 intervalli secondo il logaritmo del diametro in *progressione geometrica, impiegando esattamente un volume del 10% per ciascuna delle 10 frazioni.
La cosa affascinante è che questa miscela differisce solo dello 0,3%, rispetto alla densità  ottenuta con la miscela ottimale descritta sopra.

Dimensioni | Percentuale
0 – 1 | 10 %
1 – 2,78 | 10 %
2,78 – 7,74 | 10 %
7,74 – 21,54 | 10 %
21,54 – 59,94 | 10 %
59,94 – 166,8 | 10 %
166,8 – 464,1 | 10 %
464,1 – 1291 | 10 %
1291 – 3593 | 10 %
3593 – 10000 | 10 %

(* = http://it.wikipedia.org/wiki/Progressione_geometrica)

Implicazioni.
Purtroppo, il capitolo di De Larrard sulla Reologia (caratteristiche di flusso) si basa su dati che coinvolgono le iterazioni acqua-cemento, come anche gli additivi.
Credo che nessuno di noi possa investire 12 anni di studio al pari di De Larrard, per ricalibrare tutti i modelli in funzione della resina epssidica.

L'importanza di un impacchettamento calibrato.
Senza entrare adesso nel dettaglio, una miscela a due componenti tende a raggiungere una densità  imballaggio ottimale, di circa il 65%. Per una miscela a tre frazioni ottimizzate, il valore sale a circa il 78%. Il grafico (...) mostra inoltre che sostituendo una miscela ottimizzata a due componenti con una ottimizzata a tre componenti, l'effetto sul modulo sarà  trascurabile e indicativamente stimato in un incremento compreso tra un minimo del 10% e massimo del 33%. Lo stesso grafico mostra anche che una miscela calibrata e uniformemente distribuita come quella sopra descritta, potrebbe incrementare il modulo da un minimo del 50% ad oltre il 300%.
Il libro di De Larrard riporta anche molti dati relativi all'uso di fumo di Silice (http://it.wikipedia.org/wiki/Microsilice) per rafforzare il comune calcestruzzo. Non posso provarlo, ma credo fermamente che l'aggiunta di inerti su scala nanometrica (come Nanopox o carbon black) avrà  un effetto incredibile, considerando una così alta densità  di imballaggio.


Cameron conclude con alcune considerazioni personali, circa il debito che si ha nei confronti del Signor De Larrard, che ha trascorso parte della sua vita a calcolare come disporre rocce in una scatola... generando un modello capace di ridurre al minimo gli errori di distribuzione e conseguentemente il lavoro di appassionati come loro, come noi.

----------------------fine post CNCzone--------------------------


Chiudo questa lunga esposizione con una delle poche formule "facilmente fruibili", tra quelle presentate in quel Thread.
Si tratta di una semplice comparazione tra la distribuzione di inerti consigliata dalla ReichHold (presa da un loro documento pdf)
confrontata con una distribuzione di Fuller. Come si vede, sono decisamente diverse.

Aggregate size .....Reichhold .....Fuller
<0.06 mm....... .....12% ...........10%
0.06 to .6 mm .......12% ...........22%
0.6 to 1.0 mm .......15% ...........9%
1.0 to 1.5 mm .......20% ...........9%
1.5 to 3.0 mm .......35% ...........21%
3.0 to 6.0 mm .......6% ............29%

Per la cronaca, tutti i test che ho realizzato fin ora sono derivati da questa particolare distribuzione della ReichHold.
Ma non procederò con la colata delle parti senza prima sperimentare il modello di De Larrard... 8)
Vi terrò informati.

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Saluti,
Marco

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Re: MEQ - CNC a tre assi in quarzo epossidico.

Messaggio da walgri » martedì 9 ottobre 2012, 17:54

Marco, a parte i complimenti per gli studi approfonditi che stai conducendo e alla mole di materiale che stai condividendo ( addirittura previa distillazione ), vorrei fare solo alcune, per ora telegrafiche, considerazioni.

Per la mia, tutt'altro che sconfinata, esperienza sul calcestruzzo, le barre di armatura che hai ipotizzato hanno diametro un po' troppo grande e possono fare un "effetto corpo estraneo", su quegli spessori inizierei a sperimentare con barre dal diametro 6 o inferiore, o anche reti elettrosaldate. Ovviamente è cruciale anche la considerazione che tu stesso fai a proposito della distanza del baricentro delle barre dal bordo compresso.

A proposito delle resine epossidiche, ma è una notizia da prendere con molta cautela: in qualche convegno si sta iniziando a parlare del fatto che le loro prestazioni degradino molto più di quanto si pensasse in funzione della temperatura (anche 40° possono essere piuttosto "pericolosi") e della umidità . Ho notizie che ad esempio in Francia comincia a venire consentito l'uso solo in locali sicuramente climatizzati. Queste notizie sono soprattutto relative agli inghisaggi e ai placcaggi con fibre e resine, temo che le sperimentazioni sulle strutture massive in EQ dovrai condurle da solo. 8)
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Re: MEQ - CNC a tre assi in quarzo epossidico.

Messaggio da overlights » martedì 9 ottobre 2012, 18:34

Grazie Walgri.
E' il primo concreto parere che ricevo circa il dimensionamento delle barre d'armatura (o l'impiego di reti metalliche elettrosaldate) e spero ne arriveranno altri.

Non sono preoccupato dalla notizia... e anzi, non è la prima volta che ne sento parlare.
Per quanto ne so e per quanto leggo dalle specifiche dei materiali che impiego, le formulazioni epossidiche sono generalmente abbastanza resistenti all'acqua e all'umidità  e credo che al lato pratico, tutto dipenda dalle condizioni d'uso.
La stuccatura di fessurazioni all'interno di un muro tendenzialmente umido già  di suo, sono una cosa diversa dall'impiego in bassa percentuale con inerti "asciutti", quindi la resina polimerizza in condizioni di umidità  relativamente basse. Nel caso delle parti da realizzare per questa CNC, non ho nemmeno escluso di realizzare un primo guscio il Gelcoat epossidico, ancora più resistente delle normali resine da colata. Non ultimo, quando la resina contiene elevate percentuali di cariche (come nel caso dell'EQ) la resistenza alla temperatura tende ad aumentare, così come la capacità  di dissipare calore.


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Re: MEQ - CNC a tre assi in quarzo epossidico.

Messaggio da Fabietto » martedì 9 ottobre 2012, 20:30

:shock: Non sono minimamente in grado di aggiungere qualcosa ma leggo e seguo in silenzio religioso.
Complimenti Overlights per l'approccio e spero che comincerai presto la tua realizzazione, e visto come stai studiando e ponderando tutto credo il risultato sarà  ottimo.
Ciao e ancora bravo.
Fabio

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Re: MEQ - CNC a tre assi in quarzo epossidico.

Messaggio da walgri » mercoledì 10 ottobre 2012, 13:58

Ciao Overlights,

hai per caso disponibili le curve sigma-epsilon di una qualche formulazione ? Giusto per provare a verificare quanto questo materiale si possa studiare adattando i modelli provati sul calcestruzzo.

Ho anche chiesto a un laboratorio certificato la possibilità  di ottenerle sperimentalmente, ma la risposta è stata negativa: è una cosa che va oltre le possibilità  delle loro presse, che non hanno il controllo di posizione e riescono giusto a stabilire il carico di rottura. Tra l'altro non sembrano neanche un gran che come presse perchè spesso hanno delle rotture esplosive anche con normali cubetti da calcestruzzo lato 150mm.

Hai notizie di calcestruzzi epossidici caricati con fibre metalliche al posto di barre d'armatura ?
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Re: MEQ - CNC a tre assi in quarzo epossidico.

Messaggio da Zebrauno » mercoledì 10 ottobre 2012, 14:23

Ma che certificazioni fanno senza il controllo di posizione....solo su cls immagino, perche' per qualsiasi prova su acciaio (dai tondini ai profilati a freddo e a caldo) senza il controllo non si va da nessuna parte.

E poi non ci vuole mica un macchinario stratosferico...basta staffare un comparatore dall'alto, con lo stilo a contatto verso la faccia alta del campione, facendo partire la prova con lo stilo compresso.
Durante il carico lo stilo scende misurando la deformazione e a rottura avvenuta lo stilo resta libero senza carichi e senza rischi di rottura...
Idem con una riga ottica o persino con un semplice calibro digitale, anche senza interfacciarlo al data logger...basta fare la prova lentamente.

Certo che in quel laboratorio devono proprio rincorrersi le pelotas sotto le scrivanie dalla noia... :lol:

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Re: MEQ - CNC a tre assi in quarzo epossidico.

Messaggio da walgri » mercoledì 10 ottobre 2012, 15:01

Sssssssst Zebra ! Non ti dico qual'è.

Certo basterebbe davvero poco, ma c'è poco da misurare se la pressa si carica come un arco e si scatena sul povero cubetto rotto. Così sto messo io. :x

Edit: e si, ci sono tornato proprio stamattina. Sala prove deserta.
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Re: MEQ - CNC a tre assi in quarzo epossidico.

Messaggio da overlights » mercoledì 10 ottobre 2012, 15:42

Walgri, per curve sigma - epsilon intendi qualcosa del genere? (vedi grafico).
EGproperties_.jpg
Dovendo fare comunque dei provini per mettere a punto la formulazione, gli stessi potrebbero essere utilizzati per fare delle prove di carico e resistenza alla flessione, esattamente come dici, Zebrauno.
Hai voglia di impostare un protocollo? :wink:
Solo una descrizione dell'attrezzatura minima indispensabile per eseguire il test, qualche cenno su come eseguirlo nel modo migliore, come estrapolare i dati, e magari un parere circa le dimensioni più adatte per il provino (i miei misurano 25x50x200 mm.)

Personalmente non dispongo di una pressa, preferirei non doverne acquistare una solo per fare dei test e potendo... preferirei non deviare troppo dal lavoro principale (mettere insieme la CNC), ma immagino che non siano in pochi quì nel forum ad avere una pressa, un comparatore e il giusto grado di pignolismo... :mrgreen:

Nel caso, si valutano volontari. 8)

_______
Saluti,
Marco
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Re: MEQ - CNC a tre assi in quarzo epossidico.

Messaggio da Zebrauno » mercoledì 10 ottobre 2012, 16:39

Per iniziare farei prove di flessione per capire cosa succede in campo elastico-lineare, le rotture e deformazioni permanenti non credo ti interessino...

Carica il tuo provino come il modello teorico di una trave poggiata su due cerniere, una fissa al piano e una su carrello, alla stessa quota (dunque senza ostacoli all'inflessione della trave).

Devi conoscere esattamente la distanza tra gli appoggi su cui adagi il provino.
Non servono due vere cerniere, bastano due profilati a L 90° rivolti verso il basso in modo che ogni lato della travetta poggi sui loro spigoli.
Potresti disporre i profilati a 150mm, poggiarvi sopra la trave e cercare di caricarla esattamente al centro con un peso noto.

Come punto di contatto sul provino puoi usare una sfera di grosso diametro o un profilo a 90°, sempre di punta verso la trave.

La disposizione corretta e' come vedi nel disegno che allego, una volta che inizi a misurare le deformazioni in campo lineare (il cedimento con 10kg deve essere la meta' di quello sotto 20kg, etc...) ne potremo estrapolare il modulo di Young valido per la miscela testata.

Un sistema economico ed efficate per iniziare la prova e' di far passare un cavo d'acciaio sul profilo a 90° centrale per appendervi un secchio o un contenitore da riempire con acqua. Devi solo curare che il profilo sia esattamente al centro, e che non si creino scheggiature sul tuo provino.

Altre prove potresti svolgerle per rilevare la dilatazione termica lineare: ti basta riprodurre un delta termico noto, ad esempio avendo come base la t° ambiente e come limite superiore un contenitore saturo di vapore acqueo a 100° o il provino stesso lasciato in immersione nell'acqua bollente per almeno 10 minuti.
Piu' ampio e' il delta che ricrei maggiore sara' la precisione del tuo coefficiente di dilatazione termica.

ciao
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Re: MEQ - CNC a tre assi in quarzo epossidico.

Messaggio da overlights » mercoledì 10 ottobre 2012, 17:42

Grazie Zebrauno!
Mi chiedo se come punto di contatto sia meglio la sfera o il profilo. La sfera appoggerebbe al centro su una superficie idealmente puntiforme, mentre il profilo appoggerebbe idealmente su una linea, ma praticamente sulle creste superficiali della resina, adattandosi alla rugosità . Nel caso del profilo, può avere senso un lieve smusso dello spigolo?

C'è da capire come posizionare il comparatore in modo da rilevare la variazione man mano che aumenta il carico (posizionato al centro presumo...), tenendolo comunque isolato dal sistema, per non subire vibrazioni.
EQ_test_01_low.jpg
_______
Saluti,
Marco
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