@Mangusta:
La tenuta non la deve avere all'inizio dei tubi ma fra l'inizio del tubo che entra dentro e la parte del tubo in PE subito dopo la rottura. In quel modo, praticamente, la parte di tubo in PE prima della rottura rimane li morta. Però nel caso del tubo di rame di 15, come si fa a farlo espandere (magari facendoci una gola semisferica per inserirci un OR) in cima e due metri più in dentro al tubo di PE? Certamente sistemi meccanici per ottenere lo scopo non è possibile utilizzarli a quella distanza... ma se si riuscisse a trovare un sistema per ottenere l'espansione del tubo di rame tramite la pressione stessa dell'acqua? Oppure, ritornando ai sistemi meccanici, dopo che la parte del tubo di rame ha superato il punto di rottura, poterci inserire un albero flessibile (tipo quello del dremel) con in cima una testina che, ruotando a grande velocità, per la forza centrifuga riesca a far espandere il rame fino a mandarlo a premere sull'interno del tubo in PE? A quel punto l'OR rimarrebbe compresso fra i due tubi garantendo la tenuta alla pressione dell'acqua. E, visto che la pressione dell'acqua sono 7bar, che corrispondono ad una forza di 31kg sulla superficie del tubo, occorre che l'accoppiamento sia tale da garantire come minimo questa forza di coesione. E, francamente, si tratta di una forza di tutto rispetto... che sarà molto difficile ottenere. A meno che, appunto, al sistema meccanico poterci accoppiare la forza stessa dell'acqua, magari usando invece dell'OR, una guarnizione a labbro, tipo quella che viene usata nei cilindri ad alta pressione idraulici. In teoria come concetto dovrebbe andare... l'unica limitazione è che mi manca il contrasto nella parte esterna del tubo in PE. Le sto buttando la tanto per vedere se si riesce a vedere un po di luce dopo il tunnel... magari, per non stressare troppo il tubo in PE in un solo punto, si potrebbe immaginare di mettere alcune di queste guarnizioni per alta pressione a labbro, in serie. Per cui vediamo come verrebbe nella pratica: nella parte iniziale del tubo di rame andrebbero "cianfrinate" alcune impronte (mettiamo due) dove alloggerebbero le guarnizioni ad alta pressione, quindi, dopo inserite queste nei loro alloggiamenti, si inserirebbe il tubo di rame dentro l'altro, fino a che le guarnizioni abbiano superato la zona di rottura del tubo esterno. Naturalmente, visto che con la pressione dell'acqua il tubo di rame tenderebbe ad essere espulso fuori, le guarnizioni andrebbero messe con la parte aperta dalla parte davanti.
Così facendo, al momento che si crea pressione nel tubo, i labbri delle guarnizioni si aprono e vanno a spingere sulla parete interna del rubo in PE generando un autotenuta. Se così funzionano le guarnizioni nei cilindri idraulici/pneumatici, mi chiedo perché non dovrebbero funzionare anche qui?
L'unico dubbio è per l'inserimento del tubo: siccome le guarnizioni tendono ad allargarsi sul davanti, non vorrei che, spingendo il tubo, queste tendano ad allargarsi impedendone lo scorrimento fino a destinazione. Poi sono tutte supposizioni teoriche: difatti poi nel concreto bisogna vedere se davvero si travano delle guarnizioni specifiche per questi diametri. Ma io penso che lavorando su questi 2-3 cm di testa del tubo di rame, la cosa possa essere fattibile.
Intanto ti ringrazio dell'idea del rame...
perché mi accorgo che ci apre delle prospettive e delle possibilità impensate con il tubo in rilsan.
Intanto è di D.15 e quindi entra bene nel 16, poi è rigido e regge bene una certa forza di spinta per superare eventuali strozzature del tubo in PE, e poi è malleabile... il che ci consente di eseguirci facilmente (per modo di dire) le sedi delle guarnizioni.
Ora, prima di andare avanti su questa strada, conviene fare delle simulazioni/prove su banco con due pezzi di tubo basta sia, e vedere che viene fuori.
Aspettiamo un attimo per vedere se c'è qualche amico che vuole inserirsi nella discussione con altre idee e consigli (anche sconsigli, naturalmente) poi partiamo all'arrembaggio.